Boschi: “I magistrati lavorano per il bene del Paese”

“I magistrati lavorano per il bene supremo del Paese e sono sempre in prima linea. A loro va tutta la nostra gratitudine”. Sono queste le parole, pronunciate dal ministro per le Riforme e i Rapporti con il Parlamento dal congresso dell’Anm di Bari, che potrebbero chiudere la polemica che si era aperta ieri tra un settore della magistratura e l’esecutivo guidato da Matteo Renzi. Come noto, infatti, il presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati Rodolfo Sabelli era stato tutt’altro che tenero nei confronti delle scelte dell’esecutivo, lamentando soprattutto la “timidezza” nella lotta alla corruzione e alcune impostazioni della riforma della Giustizia, a suo dire delegittimanti nei confronti dell’intera magistratura (nella sua relazione vi era poi un passaggio particolarmente delicato sull’attenzione che il Governo presta “alla pubblicità delle intercettazioni, piuttosto che alla loro rilevanza quale strumento investigativo”).

La sensazione era che si potesse riaprire uno scontro solo sopito negli ultimi mesi. Anche considerando il tenore degli altri interventi dal palco di Bari, con i quali si ricordava la necessità di dotare i magistrati di “strumenti idonei” e di non ripercorrere la strada della delegittimazione delle toghe. E la stessa relazione finale tocca un punto cruciale: “I magistrati attendono dalle istituzioni politiche riforme di sistema che affrontino con coraggio la complessità di problemi”.

Le parole della Boschi rappresentano però una mano tesa del Governo che, come ha ricordato proprio il ministro, ha già messo risorse nella legge di stabilità, “prevedendo l’assunzione di 300 magistrati, con un passo che segna una inversione di tendenza rispetto al passato”. Certo, restano “differenze” e una “dialettica vivace”, ma ha chiosato la Boschi, “deve essere chiaro che noi lavoriamo nella stessa direzione con il rispetto reciproco nell'autonomia di ciascuno”.