video suggerito
video suggerito

Boschi: “Con riforma Costituzione 10 mld annui di risparmi”. Brunetta: “Dà i numeri”

Il ministro parla di 100 miliardi di risparmi in dieci anni nel caso fosse confermata la riforma della Costituzione. Replica il capogruppo FI: “Sta dando i numeri”.
A cura di Redazione
6 CONDIVISIONI
Immagine

Cento miliardi di euro in 10 anni. È questo il risparmio atteso dalla riforma della Costituzione, nelle stime del Governo. A confermarlo, durante un question time alla Camera dei deputati, è il ministro delle Riforme e dei Rapporti col Parlamento Maria Elena Boschi, che spiega: "Il taglio del 33% delle indennità parlamentari e dei rimborsi dei senatori vale 80 milioni all'anno, 70 milioni all'anno vengono dal taglio delle commissioni di inchiesta, e progressivi risparmi verranno nel tempo dal ruolo unico dei dipendenti del Parlamento e dalla unificazione dei servizi tra Camera e Senato. Poi dalla eliminazione delle province arriverà un risparmio di 320 milioni all'anno solo per le spese del personale politico, 20 milioni da abolizione Cnel”. A queste cifre bisogna aggiungere la “crescita del Pil grazie alla stabilità e ai tempi certi di approvazione delle leggi e alla chiarezza su cosa fa lo Stato e cosa fanno le Regioni”, che secondo il ministro (che cita fonti Ocse e Fmi) sarà nell’ordine dei6 punti percentuali.

Una lettura fortemente contestata da Renato Brunetta, per Forza Italia: “La ministra Boschi dà i numeri in Aula alla Camera, non ha paura del ridicolo. La smentiamo con analisi vere e serie. Cara dottoressa Boschi prima di parlare in Parlamento sarebbe il caso di studiare. Magari torni preparata alla prossima sessione”. I calcoli dell’esponente forzista sono radicalmente diversi:

Su un bilancio attuale di 540 milioni di euro, risparmieremo più o meno l’8,8 per cento, ovvero soli 48 milioni di euro. Per effetto della riforma costituzionale, semmai dovesse entrare in vigore, i futuri 100 senatori saranno di fatto consiglieri regionali pagati dai rispettivi enti di provenienza. Palazzo Madama non dovrà quindi più versare le attuali indennità parlamentari che oggi pesano sul bilancio del Senato per una cifra lorda di 42 milioni 135 mila euro. Sottraendo i circa 14 milioni che rientrano nelle casse dello Stato sotto forma di Irpef il risparmio netto ammonterà a circa 28 milioni di euro.

Poi ci sono altri 37 milioni 266 mila euro che Palazzo Madama attualmente sborsa per le spese sostenute dai senatori per lo svolgimento del mandato. Dalla diaria (13 milioni 600mila euro) ad una lunga serie di rimborsi: per le spese generali (6 milioni 400mila), per la dotazione di strumenti informatici (600mila), per l’esercizio del mandato (16 milioni 150mila) e per ragioni di servizio (516mila).

6 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views