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Borghi dice addio al Pd, ora Iv ha i numeri per formare un gruppo autonomo in Senato senza Azione

La decisione di Enrico Borghi di lasciare il Pd e passare con Iv cambia gli equilibri in Senato: ora Renzi avrebbe i numeri per dar vita a un gruppo autonomo a Palazzo Madama.
A cura di Annalisa Cangemi
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Dopo l'annuncio del passaggio del senatore Enrico Borghi da Pd a Italia viva, cambiano anche gli equilibri in Parlamento. L'addio di Borghi al Pd, per via della dichiarata incompatibilità con la linea politica "massimalista" della neo segretaria Schlein rafforza il peso del partito di Matteo Renzi.

Dopo l'adesione di Borghi a Italia viva, ora il partito avrebbe un numero di senatori sufficiente per formare un gruppo autonomo da Azione, con cui ormai si è consumato un divorzio, che sembra irreversibile, nonostante Carlo Calenda abbia provato ad abbassare i toni, dopo settimane di liti tra i due alleati che hanno portato alla morte del progetto del partito unico del Terzo Polo.

Il numero minimo per costituire un gruppo autonomo al Senato è 6 parlamentari. Il gruppo del Terzo Polo a Palazzo Madama è in questo momento il frutto del cartello elettorale con cui Azione e Iv si sono presentati alle politiche di settembre, ed è composto da 9 senatori in totale: Azione conta 4 senatori, cioè Carlo Calenda, Mariastella Gelmini, Marco Lombardo e Giusy Versace; mentre Iv ha a disposizione 5 senatori, ovvero Matteo Renzi, Raffaella Paita, Silvia Fregolent, Daniela Sbrollini e Ivan Scalfarotto. L'ingresso di Borghi consentirebbe a Iv di smarcarsi totalmente da Calenda, anche se fonti parlamentari di Iv fanno sapere che al momento non sarebbe prevista alcuna richiesta di formare un nuovo gruppo a Palazzo Madama.

La fuoriuscita di Enrico Borghi, che è sempre stato un esponente di primo piano del Pd, ha spiazzato i dem, perché pare che la decisione non fosse stata condivisa in anticipo con i suoi colleghi di partito. Il capogruppo a Palazzo Madama Francesco Boccia anzi ha fatto sapere di aver appreso la notizia dai giornali.

"È avvenuta una mutazione genetica nel Pd dal 26 febbraio. E io non potevo non prenderne atto", ha spiegato Enrico Borghi in conferenza stampa al Senato. "Il Pd sta aiutando la Meloni a spostarsi al centro, c'è una merkelizzazione della Meloni".

"Non capita tutti i giorni di vedere uno che esce da un partito de 20 per cento per entrare in uno che i sondaggi danno al 2… non mi spaventa'‘, ha detto.

Ora Iv avrà un membro in più anche nel Copasir

Il senatore, che con Enrico Letta aveva ricoperto il ruolo di responsabile Sicurezza del partito, è anche membro del Copasir. E con la rottura con il Pd si pone anche la questione della sua permanenza nell'organo bicamerale, che è composto da 5 senatori e 5 deputati scelti in maniera tale da garantire comunque la rappresentanza paritaria della maggioranza e delle opposizioni.

Lo stesso Borghi nell'intervista a la Repubblica ha già detto che non intende lasciare l'incarico, anche perché non c'è nessuna regola che obbliga un senatore che cambi gruppo a dimettersi: "Se fossi stato presidente del Copasir mi sarei dimesso, ma permanendo nella mia condizione di parlamentare di opposizione rispetto la prassi parlamentare e anche il ruolo per il quale sono stato indicato". Ora però i dem potrebbero chiederne comunque le dimissioni, visto che il Pd si trova di fatto con un rappresentante in meno, a parte il presidente Lorenzo Guerini. E Italia viva, che aveva già Ettore Rosato nel Comitato parlamentare, invece raddoppia.

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