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Bonus vacanze, Meloni a Fanpage.it: “Non aiuta aziende né famiglie, stagione estiva compromessa”

La scarsa adesione degli albergatori e delle strutture ricettive rischia di far diventare un flop il bonus vacanze introdotto dal decreto Rilancio. La presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, intervistata da Fanpage.it attacca il governo, spiegando che questa misura “non aiuta né le famiglie né le aziende” e sottolinea come la stagione estiva, per il turismo italiano, “sia ormai compromessa”.
A cura di Stefano Rizzuti
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Il bonus vacanze è appena partito, ma già rischia di essere un flop. I dati finora emersi mostrano un numero molto basso di alberghi aderenti all’iniziativa introdotta dal governo e che permetterebbe alle famiglie italiane di approfittare di un bonus dell’importo massimo di 500 euro da spendere nelle strutture ricettive italiane. La misura è stata criticata, già da prima della sua entrata in vigore, da Fratelli d’Italia e la sua leader, Giorgia Meloni, ribadisce in un’intervista a Fanpage.it le motivazioni per cui ritiene fallimentare questa misura: “Questo bonus vacanze non aiuta né le famiglie né le aziende”, afferma. Non è un “aiuto concreto per le strutture ricettive”, secondo Fdi, che punta a modificare la norma con un emendamento al decreto Rilancio che permetterebbe di “versare direttamente il contributo alle aziende turistiche”, come spiega ancora Meloni. La presidente di Fdi, inoltre, lamenta la mancata volontà del governo di ascoltare la sua proposta e teme che “la stagione estiva sia ormai compromessa” per il settore turistico.

Solo il 4% degli alberghi accetta il bonus vacanze: la misura rischia già di essere un flop?

Così come è stato concepito, era prevedibile che il bonus vacanze non potesse essere un aiuto concreto per le strutture ricettive già in profonda crisi. Da questo punto di vista, non mi sorprende la fotografia che ci hanno fatto le associazioni di categoria, secondo le quali solo il 4% delle strutture saranno interessate ad accettare il bonus.

Lei aveva parlato del bonus vacanze come di una misura sbagliata già a giugno: perché ritiene che non sia la soluzione migliore per aiutare il settore del turismo e gli italiani che vogliono andare in vacanza?

Questo bonus vacanze non aiuta né le famiglie né le aziende. Non aiuta le famiglie perché dubito che qualcuno decida di andare in vacanza perché lo Stato fa loro uno sconto di 150 euro e non aiuta le aziende perché è una misura che costa miliardi per non prevedere nemmeno un turista in più. E lo fa oltretutto gravando sulle spalle degli albergatori già in difficoltà, che oggi sono costretti a fare uno sconto e ad anticipare i soldi, per poi andare con il piattino in mano dallo Stato a chiedere di riaverlo indietro sotto forma di credito d’imposta.

Qual era la proposta avanzata da Fratelli d’Italia alternativa al bonus vacanze?

Abbiamo presentato un emendamento al decreto Rilancio per modificare la norma e versare direttamente il contributo alle aziende turistiche, attraverso le Regioni. Un meccanismo semplice che consiste nell'incentivare il turista a prolungare la sua permanenza in vacanza premiandolo con una notte gratuita di soggiorno ogni due notti prenotate. Si usano i 2,4 miliardi stanziati per il bonus vacanze per pagare le notti aggiuntive direttamente dalla Regione alla struttura ricettiva, all'albergatore o al B&B.

Se il flop di questi primi giorni dovesse essere confermato, quale sarebbe stato l’errore del governo?

Fratelli d’Italia ha chiesto fin dall'inizio l’attivazione dello stato di emergenza per il turismo perché sapevamo che sarebbe stato il settore economico più penalizzato. Il primo a dover chiudere e l’ultimo a poter riaprire. Il Governo non ha voluto ascoltarci. Si sarebbe dovuti arrivare alla Fase 2 con una strategia d’intervento delineata per salvare la stagione turistica ma non è avvenuto, i 4 miliardi stanziati sono insufficienti e le misure messe in campo del tutto inadeguate. L’esecutivo si è preoccupato però di intervenire sul Consiglio di amministrazione dell'élite, peraltro cancellando il ruolo delle associazioni di categoria. Noi invece abbiamo ascoltato subito tutte le associazioni di categoria e gli operatori, abbiamo raccolto le loro istanze e presentato più di cento emendamenti al decreto Rilancio per aiutare concretamente il comparto. Penso ad esempio al tema prioritario della difesa dell’occupazione: abbiamo chiesto di aumentare la flessibilità del lavoro, tutelare i lavoratori stagionali che rischiano di rimanere esclusi dalle misure di sostegno e sospendere il decreto Dignità, sia per i contratti a tempo determinato in modo da eliminare l’obbligo delle causali e i vincoli sui rinnovi e le proroghe, sia per i contratti di prestazione occasionale per consentire il libero ricorso ai voucher lavoro. Purtroppo, tutti i nostri emendamenti sono stati bocciati a riprova della scarsa attenzione che questo Governo ha per un settore che rappresenta il motore trainante della nostra economia.

Proporrete alla maggioranza di modificare la norma? E se sì, come?

Continueremo a proporre il meccanismo che le ho già spiegato e che è stato già sperimentato in Sicilia dal nostro assessore regionale del Turismo, Manlio Messina.

La soluzione può essere quella di dare queste risorse direttamente alle imprese del turismo?

Assolutamente sì. Le risorse usate per il bonus vacanze dovevano essere versate direttamente alle aziende del comparto attraverso un fondo che avrebbero dovuto finanziare le regioni, a seconda della propria capacità ricettiva, erogando direttamente liquidità alle strutture e incentivando le famiglie a prolungare le proprie vacanze regalando pernottamenti aggiuntivi. In Sicilia, ad esempio, la Regione regala ogni due pernottamenti la terza notte. Abbiamo proposto di rivedere il funzionamento del fondo perduto previsto dal dl Rilancio, basato su un meccanismo che non tutela la stagionalità del turismo, ideato da persone distanti anni luce dalla realtà e dal mondo produttivo. E sul fondo perduto abbiamo anche presentato una proposta alternativa che consentirebbe di dare liquidità immediata alle imprese e permettendo di trattenere direttamente il 50% dell’Iva sul fatturato dell’anno 2020 fino a un importo massimo di 100 mila euro. Solo così possiamo aiutare aziende che in questo momento devono sostenere pesanti costi fissi per rimanere aperte.

Si può ancora rimediare o ormai è troppo tardi per salvare la stagione estiva?

Credo che la stagione estiva sia ormai compromessa, non solo perché cominciata in forte ritardo ma anche perché non vedrà arrivare i turisti stranieri che rappresentano in Italia il 50% dei pernottamenti e del fatturato. Purtroppo, a soffrire di più saranno le città d'arte dove al momento l'80% delle strutture ricettive risulta ancora essere chiuso. Per molte aziende del turismo si prevede, nella migliore delle ipotesi, una ripartenza a marzo del 2021 con l'arrivo della nuova alta stagione e si spera con l'arrivo di turisti stranieri.

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