Bonus secondo figlio e reddito di infanzia, come funzioneranno i nuovi aiuti del governo Meloni
Un bonus per chi fa il secondo figlio, gli aiuti per chi ne ha almeno tre e il reddito di infanzia. Il governo Meloni riflette sugli aiuti per far ripartire la natalità e fermare l'inverno demografico. L'occasione è la manovra di bilancio, che oltre al rinnovo del taglio del cuneo fiscale – indicato un po' da tutti i partiti come principale priorità, e sarebbe folle il contrario anche per un mero calcolo elettorale – dovrà essere incentrata sulle politiche per la famiglia. Le ipotesi sul tavolo sono diverse, ma l'idea è andare avanti aumentando gli aiuti, soprattutto quelli destinati alle famiglie numerose. Non è un caso che pochi giorni fa il viceministro Leo abbia parlato di un nuovo sostegno per chi ha più di tre figli.
Come funziona il bonus per chi fa un secondo figlio
Il bonus secondo figlio è un'idea della ministra della Famiglia, Eugenia Roccella, che vorrebbe destinare a questo nuovo aiuto le risorse avanzate dal fondo per l'assegno unico. Conti alla mano, dovrebbe restare inutilizzato almeno un miliardo dei 18 previsti, che il governo vorrebbe dirottare su una misura ad hoc per incentivare le nascite dei secondogeniti. Non è ancora chiaro, però, in cosa consista questo bonus: si parla sia di un generico sgravio fiscale che dell'azzeramento della retta del nido. L'obiettivo, in ogni caso, è spingere le donne ad avere subito un secondo figlio.
Cos'è il reddito di infanzia proposto dal governo Meloni
Nella maggioranza c'è anche chi vorrebbe istituire il reddito di infanzia, poi sostituito dall'assegno di gioventù. In sostanza, si propone di versare un contributo fisso mensile a chi ha dei figli, decrescente a seconda dell'età. Il reddito di infanzia consisterebbe in 400 euro al mese per ogni figlio fino ai sei anni, poi si trasformerebbe nell'assegno di gioventù dai 7 ai 25 anni, con un importo di 250 euro al mese. La proposta è particolarmente costosa, ma Fratelli d'Italia spinge per inserirla nella manovra.