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“Bonus Psicologo nel decreto Milleproroghe”: l’annuncio del ministro Speranza

Il ministro della Salute Speranza ha annunciato alcune novità sul bonus psicologo: “Ci stiamo lavorando in queste ore e penso che già nel Milleproroghe in discussione alla Camera daremo una riposta”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il ministro della Salute Roberto Speranza, intervistato a ‘Mezz'ora in più' da Lucia Annunziata, ha confermato che il bonus psicologo, che a dicembre non era stato incluso nella legge di bilancio, verrà introdotto probabilmente nel decreto Milleproroghe.

"Ci stiamo lavorando in queste ore e penso che già nel Milleproroghe in discussione alla Camera daremo una riposta. Il bonus probabilmente ci sarà, è una prima risposta, ma dobbiamo rafforzare tutto il nostro sistema sanitaria con un'azione strutturale e sinergica". Il ministero della Salute sta mettendo a punto un provvedimento che tenga insieme tutti gli emendamenti in materia di salute mentale che sono stati presentati da diversi gruppi, compreso quello del Pd, a firma del deputato Filippo Sensi. Il governo dovrà reperire le risorse necessarie, e lo stanziamento previsto, secondo fonti parlamentari, dovrebbe essere di 20 milioni, che dovrebbero essere così ripartiti: 10 milioni per il potenziamento delle strutture esistenti e per le assunzioni, e 10 milioni per il bonus vero e proprio, che dovrebbe essere erogato in base all'Isee, con un sistema di voucher. Ma le cifre non sono ancora state fissate in modo definitivo.

Che fine farà il Cts dopo la fine dello stato d'emergenza

A proposito del Comitato tecnico scientifico, l'organo che ha coadiuvato il governo in questi due anni di pandemia, il ministro ha detto che il governo non ha ancora deciso cosa accadrà dopo la fine dello stato d'emergenza, il prossimo 31 marzo: "Se rimarrà il Cts? Valuteremo, non ci sono ancora decisioni. Ma lavoreremo ancora a stretto contatto con la nostra comunità scientifica. Valuteremo le modalità tecniche quando arriveremo sotto la scadenza del 31 marzo, ma il governo continuerà a lavorare con la comunità scientifica. Io credo che il rapporto tra politica e scienza, pur nella loro autonomia, sia un patrimonio del paese".

"Il momento più difficile è stato quando abbiamo deciso il lockdown, non c'era un manuale e abbiamo scelto una strada molto dura. Ci eravamo resi conti che se lasciavamo i virus libero di circolare avrebbe portato a un danno terrificante in termini di vite umane. Venne in mente a tutto il Cdm presieduto da Conte e c'era pure il CTS, lo ritenemmo indispensabile e dopo poche settimane la scelta fu presa da tutti gli altri paesi. Io da ministro formalmente ho proposto il decreto legge sul lockdown, riflettemmo a lungo, per giorni. Prima del Cdm decisivo ci fu un lavoro molto complicato. Come era orientato Conte? Si rese conto che la chiusura generalizzata avrebbe evitato che il virus mietesse un numero terrificante di vittime. Fu un passo fatto con grande responsabilità. Non c'era alternativa". 

E secondo Speranza non è stata questa decisione a determinare il declino del governo Conte: "All'inizio della pandemia c'era una senso di grande unione tra i partiti. Ci sono resoconti parlamentari di quei giorni che raccontano di una grande unità del paese e prima o poi questa cosa si dovrà studiare. Il paese si dimostrò migliore di come molti credevano, le divisioni e complessità si sono sviluppate nel secondo anno con l'arrivo dei vaccini. Il governo Conte non ha assolutamente pagato la scelta del lockdown".

"Il governo Conte ha pagato alcune dinamiche più strettamente politiche – ha spiegato – non certo il lockdown", fatto un anno prima della caduta dell'esecutivo.

Speranza rivendica obbligo vaccinale per over 50

Secondo Speranza l'obbligo di vaccinazione per le persone sopra i 50 anni di età è una misura "giusta e coraggiosa" che ci mette nelle condizioni di guardare con maggiore fiducia ai prossimi mesi: "Se oggi si apre una stagione diversa è perché abbiamo un numero enorme di persone vaccinate. Il nostro provvedimento è mirato a quelle persone che rischiano di andare in terapia intensiva e che rischiano la vita. Avere una popolazione maggiormente a rischio vaccinata è un punto di forza per il Paese, anche per il futuro. Ora bisogna insistere per vaccinare la più vasta area possibile della popolazione", ha detto, sottolineando come l'Italia nel 2021 sia cresciuta ad un tasso superiore alla media europea "soprattutto perché il sistema sanitario nazionale ha creato le condizioni che ci hanno messo dentro una stagione diversa", consentendoci di "liberare più energie".

"È grazie ai vaccini se noi abbiamo retto questa ondata terrificante, con oltre 200mila persone contagiate al giorno, e non abbiamo avuto una tremenda ospedalizzazione, c'è stata una pressione significativa con 1.700 persone in terapia intensiva ma nei momenti peggiori eravamo arrivati a 4mila in terapia intensiva", ha sottolineato. Il 91% delle persone sopra i 12 anni si è immunizzato, "e così facendo hanno difeso se stesse e gli altri".

Nei giorni scorsi Giorgia Meloni e Matteo Salvini hanno dichiarato che le loro figlie non sono vaccinate, e che la scelta di proteggere o meno i minori deve essere affidata ai genitori e ai pediatri. Ma la somministrazione del vaccino anti Covid "non è materia di contesa politica, sbaglia chi la porta su questo terreno. Dobbiamo fidarci dei nostri pediatri e scienziati. Portarli come tema di campagna elettorale fa male al Paese", ha affermato Speranza.

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