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Bonus matrimonio, come ottenerlo: fino a 25mila euro per gli sposi

Il governo mette in campo con il decreto Sostegni il bonus matrimonio, che premia sia le aziende che gli sposi: per le imprese previsto un contributo a fondo perduto in base al calo di fatturato, per le coppie una detrazione fiscale fino a 25mila euro in base alle spese affrontate per pagare il matrimonio.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Per tentare di risollevare il settore dei matrimoni (o del wedding), è stato introdotto un bonus ad hoc per tutto il comparto degli eventi nuziali. Riguarda sia le aziende che gli sposi, ma in maniera e misura diversa. Per le imprese sono previsti dei contributi a fondo perduto, simili a quelli che sono stati dati in questi mesi alle aziende costrette a chiudere per la pandemia di Covid. Per gli sposi c'è una detrazione fiscale, che resterà in vigore fino al 2023.

I titolari di partita Iva che lavorano nel settore della ristorazione collettiva o del wedding possono richiedere il contributo a fondo perduto, che consiste nel 30% della differenza tra il calo di fatturato annuale tra il 2020 e il 2019. Mentre alle aziende nate dal 2019 in poi spetta un forfait di 5mila euro. Per richiedere il contributo bisogna compilare un'autocertificazione in cui si documenti il calo di fatturato e inserire il codice Ateco. Per gli sposi, invece, dal 2021 al 2023 è prevista la possibilità di detrarre alcune spese per il matrimonio e per la festa del 25% del totale ma non oltre i 25mila euro. La detrazione viene spalmata in cinque quote annuali e può essere ottenuta dalla maggior parte delle spese: dal catering all'affitto della location, dai fiori ai vestiti, dal trucco al fotografo.

Oggi l'Istat ha pubblicato il suo rapporto annuale, segnalando come nel 2020 si siano celebrati meno di 97mila matrimoni. Si tratta di un crollo verticale rispetto al 2019: il 47,5% in meno, quasi la metà rispetto all'anno precedente. L'Istituto di statistica parla di un "calo eccezionale" ed estende la riflessione anche ai "riflessi sui progetti di vita individuali". I dati raccolti "rafforzano la convinzione che la crisi abbia amplificato gli effetti del malessere demografico strutturale che da decenni spinge sempre più i giovani a ritardare le tappe della transizione verso la vita adulta, a causa delle difficoltà che incontrano nella realizzazione dei loro progetti".

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