Bonus matrimonio: arrivano i ristori per le imprese, salta l’incentivo per gli sposi
Non passa l'emendamento sul bonus matrimonio. Sì ai ristori alle imprese del wedding, no all'incentivo fiscale per le neocoppie. A bocciare il bonus che avrebbe aiutati gli sposi è stata la commissione Bilancio della Camera, valutando negativamente l'emendamento al decreto Sostegni bis. È stato confermato, invece, il sostegno sotto forma di contributo a fondo perduto per le imprese che lavorano nel settore dell'intrattenimento, del wedding e dell'horeca (che sta per hotellerie-restaurant-catering). Niente sconto fiscale sulle spese sostenute per il matrimonio per gli sposi, il finanziamento previsto – da 40 milioni di euro – è stato tagliato.
Gli sposi, se fosse passato l'emendamento, avrebbero avuto la possibilità di detrarre fino al 25% delle spese sostenute per pagare il matrimonio. Comunque entro e non oltre i 25mila euro, quindi con uno sconto fiscale massimo di 6.250 euro a coppia. Si era parlato di catering, affitto dei locali, ristorazione, addobbi, abiti, trucco, fotografo. Non sarà possibile detrarre nulla di tutto questo. Lo sconto, tra l'altro, sarebbe stato in vigore per i prossimi tre anni, fino al 2023, e solo per le spese sostenute in Italia. Insomma, un incentivo per gli sposi, ma che avrebbe comunque agevolato le aziende in difficoltà.
Per quanto riguarda le imprese, invece, è stato mantenuto il contributo a fondo perduto per "mitigare la crisi economica derivante dall'emergenza epidemiologica da Covid-19". È stato predisposto un fondo da 60 milioni di euro per le aziende dell'horeca, wedding e intrattenimento. Il calcolo del ristoro per singola azienda dovrebbe arrivare in base alla perdita di fatturato sull'anno precedente, con un rimborso del 30%. Per le aziende nate dal 2019 in poi, invece, dovrebbe arrivare un forfettario di 5mila euro. Per richiedere il contributo sarà necessario compilare un'autocertificazione sulla base dei codici Ateco, in cui bisognerà documentare la perdita di fatturato.