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Manovra 2025

Bonus edilizi 2025, chi rischia di essere escluso con le nuove regole per le agevolazioni

I bonus edilizi del 2025 – in particolare bonus ristrutturazioni e Ecobonus – valgono il 50% solo per le prime case. Ma il requisito potrebbe escludere molte persone, costrette ad accontentarsi del 36%: sono coloro che comprano una casa e poi devono farci dei lavori prima di spostare lì la residenza.
A cura di Luca Pons
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Come è noto, la legge di bilancio per il 2025 ha previsto diversi cambiamenti per i bonus edilizi. Sono confermate alcune agevolazioni minori, come il bonus mobili, e nasce un apposito bonus elettrodomestici che avvantaggia soprattutto le famiglie con reddito basso. Ma se si parla degli incentivi per i lavori da fare in casa, c'è stata una stretta. Il bonus ristrutturazioni e l'Ecobonus valgono il 50% solamente per le prime case. E questo requisito, per come è stato formulato, rischia di escludere circa 500mila immobili.

Come funzionano Ecobonus e bonus ristrutturazioni nel 2025

Il bonus ristrutturazioni quest'anno (e fino al 2027) vale il 50% per le prime case, su una spesa massima di 96mila euro. La somma così ottenuta si può scalare dalla dichiarazione dei redditi nel corso di dieci anni. Se i lavori sono su altri immobili, lo sconto massimo è del 36% (ma nel 2026-2027 diventerà del 30%).

Anche l'Ecobonus invece vale il 50% fino al 2027 solamente per la prima casa, mentre per le altre scende quest'anno a 36% e dall'anno prossimo al 30%. La differenza tra i due è soprattutto nel tipo di interventi per i quali si possono utilizzare. Ma tutti e due condividono la ‘regola' della prima casa che potrebbe mettere in difficoltà alcuni proprietari.

Chi rischia di non poter usare i bonus edilizi

Venendo ai motivi per cui molti rischiano di essere esclusi: la norma recita che la detrazione al 50% per questi bonus si può applicare solamente se a pagare i lavori sono i "titolari del diritto di proprietà o di un diritto reale di godimento per interventi sull'unità immobiliare adibita ad abitazione principale". Tradotto, solamente se gli interventi avvengono solamente se l'immobile in questione, villetta o appartamento che sia, è già ufficialmente la prima casa. Altrimenti, come detto, i bonus valgono il 36% della spesa.

Per molti, questo può essere un aspetto poco rilevante. Chi usa i bonus per la propria abitazione, in cui vive già, non avrà problemi e potrà beneficiare dello sconto fiscale pari a metà della somma investita. Ma ci sono anche parecchie persone che fanno lavori in una casa prima di muovere lì la residenza. Ad esempio chi compra un appartamento, ma deve sistemarlo o ristrutturarlo prima di potercisi trasferire definitivamente.

La legge non specifica come si debba procedere in questi casi. L'appartamento dell'esempio appena citato, infatti, risulta essere una seconda casa se chi lo compra non sposta subito la propria residenza. Perciò, anche se l'intenzione del nuovo proprietario è di rendere l'appartamento la propria prima casa appena i lavori sono terminati, potrebbe non avere accesso allo sconto al 50%, ma solamente a quello del 36%.

A fare una stima è stato il Sole 24 Ore, che ha calcolato che potrebbero essere fino a 500mila le case in situazioni simili. Infatti, normalmente in un anno si vendono e comprano circa 700mila abitazioni, e risulta che all'incirca tre quarti di queste siano prime case. Naturalmente è solo un'ipotesi, poiché non è detto che tutte le persone che comprano una prima casa debbano farci dei lavori prima di trasferirsi.

In ogni caso servirà un chiarimento ulteriore, per stabilire se effettivamente il bonus possa valere il 50% solamente per chi ha già la residenza nella casa interessata. In quel caso, a pagarne le conseguenze sarà chi progettava di acquistare un immobile e fare dei lavori con il massimo sconto prima di andarci a vivere.

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