Bonus cultura maggiorenni, nel 2023 resta la 18App per tutti: le novità slittano al 2024
Alla fine, nel 2023 si applicherà ancora il meccanismo della 18App: 500 euro, per acquisti culturali, a tutti coloro che hanno compiuto 18 anni nel 2022, quindi i nati nel 2004. Il governo Meloni ha inserito in manovra un meccanismo diverso, con due bonus distinti da assegnare in base all'Isee e al voto di diploma, ma questo non entrerà in vigore fino al 2024.
Il sottosegretario all'Economia Federico Freni, infatti, ha chiarito che "per ragioni contabili" nel 2023 il bonus cultura sarà pagato con le vecchie regole. Quando la manovra è tornata alla commissione Bilancio della Camera per degli aggiustamenti, è emerso che non era possibile effettuare la riforma già a partire dall'anno prossimo, a causa di ostacoli tecnici. I nati nel 2004, quindi, riceveranno 500 euro da spendere in libri, musei, eventi culturali, biglietti di concerti o di teatro, a prescindere dalla loro situazione economica e dai risultati scolastici.
Carta cultura e carta del merito, come funzionerà per i nati nel 2005
La riforma del governo Meloni per quanto riguarda il bonus cultura ai maggiorenni resta comunque nella manovra, semplicemente inizierà un anno dopo. Come detto, i nuovi bonus che sostituiranno la 18App saranno due. Da una parte la Carta della cultura, rivolta solo a chi ha un Isee inferiore alla soglia di 35mila euro. Dall'altra, la Carta del merito, che andrà a chi avrà un voto di diploma di 100/100, cioè il massimo dei voti.
Le carte, secondo quanto previsto dalla legge di bilancio, saranno del valore di 500 euro ciascuna, e saranno cumulabili. Questo significa che gli studenti e le studentesse con un Isee sotto i 35mila euro e che prendono 100 (oppure 100 e lode) nel loro diploma potranno ottenere 1000 euro.
Con i soldi ottenuti, si potranno fare sostanzialmente gli stessi acquisti già possibili con 18App: libri, teatri, musei, eventi culturali. La spesa per lo Stato sarà leggermente più bassa – le coperture passano da 230 milioni a 190 milioni di euro – perché saranno esclusi tutti coloro che hanno un Isee superiore ai 35mila euro e che non hanno preso 100 alla maturità.
La scelta di cancellare la 18App è stata fortemente criticata dall'opposizione e specialmente dal Terzo polo, il cui esponente Matteo Renzi aveva lanciato la misura nel suo governo. "I criteri di Isee e di voto non ci convincono", ha detto Luigi Marattin a Fanpage.it, "perché quella non è una misura redistributiva. Uno Stato che dice ‘quando compi 18 anni ti do 500 euro per spenderli in consumi culturali, che tu sia ricco o povero', è uno Stato che non sta facendo redistribuzione con quello – perché si fa con il sistema fiscale, si fa con un sacco di cose", ha sottolineato il deputato di Italia viva, "ma sta spingendo un consumo culturale nel momento in cui un ragazzo o una ragazza diventano cittadini maggiorenni di questa Repubblica".
Federico Mollicone, presidente della commissione Cultura alla Camera ed esponente di Fratelli d'Italia, ha sostenuto invece che "non solo non sarà cancellata la carta per i giovani, ma anzi il centrodestra raddoppia coinvolgendo anche tutte le categorie", mettendo il peso sul fatto che uno studente con Isee basso e voto di diploma alto potrà avere fino a 1000 euro. "Vogliamo premiare il merito, per noi come abbiamo sempre detto è un pregio. Il nostro intervento è volto a favore delle istanze sociali e del merito".
A preoccuparsi è anche chi vende libri. Ricardo Franco Levi presidente dell'Associazione italiana editori (Aie), che ha potuto beneficiare delle ricadute della 18App, ha commentato così: "Una scelta profondamente dannosa per il mondo del libro, proprio quando gli ultimi dati segnalano un brusco calo delle vendite nelle librerie. Non solo la soglia Isee esclude una parte rilevante dei ragazzi, ma le complicatissime procedure necessarie ad accedere al provvedimento scoraggeranno anche tutti gli altri".