Bonus aziendali 2023, come funziona la detassazione del 5% sui premi produttività
I premi di produttività, quest'anno, valgono un po' di più. Nella legge di Bilancio 2023, approvata alla fine dell'anno, il governo Meloni ha stabilito un taglio dell'imposta su questa tipologia di bonus aziendale dal 10% al 5%. Non riguarda tutti i lavoratori dipendenti, però. Innanzitutto perché dipende dalle aziende decidere chi riceve un eventuale bonus, e poi perché ci sono dei limiti sia per quanto riguarda il reddito massimo, sia per l'importo stesso del premio di produttività: 80mila euro di reddito annuo per lavoratore dipendente e tremila di importo per il premio. Parliamo, in totale, di circa 3,7 milioni di lavoratori interessati – cioè che percepiscono dei bonus a fine anno – che vedranno ritoccato il premio netto al rialzo.
Cosa sono i bonus aziendali e a chi spettano
Quando si parla di bonus aziendali, in generale, si fa riferimento ai premi di produttività, che vengono erogati alla fine dell'anno dalle imprese ai lavoratori dipendenti. Non si tratta, però, di un atto dovuto. Anzi, la maggior parte dei lavoratori non riceve alcun premio. È una scelta dell'azienda. Il taglio dell'aliquota dal 10% al 5%, deciso dal governo Meloni su questi bonus, fa aumentare il netto che arriva al lavoratore. Visto che, nonostante siano premi, vengono ugualmente tassati.
Come funziona la detassazione al 5% sui premi produttività 2023
Con la legge di Bilancio il governo Meloni ha deciso di detassare di cinque punti percentuali i premi di produttività nel 2023. Perciò i bonus erogati dal primo gennaio saranno soggetti a un'aliquota fiscale del 5% anziché del 10%. Ci sono anche un'altra serie di paletti da rispettare per accedere all'agevolazione: il reddito annuo lordo del lavoratore non deve superare gli 80mila euro e il premio non deve essere maggiore di tremila euro.
Cosa succede ai fringe benefit nel 2023
I fringe benefit, invece, sono un altro tipo di bonus che viene erogato sempre dall'azienda ai lavoratori. Si tratta però di bonus che consistono in beni e servizi e non in denaro. Vengono spesso citati quando si parla di welfare aziendale, e sono ad esempio i buoni pasto, le auto, i buoni benzina, i cellulari e anche le abitazioni in alcuni casi. Su questa tipologia di benefit non c'è tassazione fino a tremila euro, grazie al decreto Aiuti quater approvato dal governo qualche settimana fa.