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Manovra 2025

Bonus affitti 2025, rifinanziato il fondo morosità incolpevole: come funziona e chi può ottenerlo

Torna il Fondo morosità incolpevole, destinato a coloro che non riescono a sostenere le spese di affitto. Un emendamento alla manovra prevede per il 2025 il rifinanziamento della misura, che era stata abolita dal governo nel 2022, per un totale di 30 milioni di euro.
A cura di Giulia Casula
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Torna il Fondo morosità incolpevole, destinato agli inquilini che hanno difficoltà a pagare l'affitto. La Commissione bilancio ha approvato l'emendamento alla manovra, presentato da Noi Moderati, che rifinanzia il sostegno con un totale di 30 milioni di euro. 

Il Fondo morosità incolpevole era stato istituito nel 2013 per aiutare quelle famiglie che si trovano in una condizione di disagio economico tale da non permettergli di sostenere le spese di locazione della loro casa.

Nel 2022 il fondo era stato abolito da parte del governo Meloni, insieme al fondo di sostegno per l'affitto, generando parecchie polemiche.

In questi anni opposizioni e associazioni infatti, hanno accusato l'esecutivo di aver abbandonato le famiglie, cancellando una misura che durante l'emergenza pandemica aveva permesso a molti di non perdere le loro case o finire sotto sfratto.

Ora l'emendamento firmato da Ilaria Cavo, che ha incontrato l'appoggio di diverse forze politiche tra maggioranza e opposizione, prevede il rifinanziamento del fondo per i prossimi due anni.

Nello specifico, i trenta milioni stanziati per la misura andranno suddivisi in dieci milioni per il 2025 e venti per il 2026.

Come detto, il fondo è riservato a coloro che non riescono a sostenere le spese d'affitto, non per loro volontà, ma per sopravvenute difficoltà economiche.

In particolare, gli inquilini che ne fanno richiesta devono trovarsi in uno "stato di bisogno connesso alla perdita o alla consistente riduzione della capacità reddituale del nucleo familiare tali da non permettere o rendere particolarmente difficoltoso il pagamento del canone di locazione", si legge nel testo dell'emendamento.

Il decreto del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti del 2016, specificava che la perdita o la consistente riduzione della capacità reddituale possono essere dovute ad esempio, alla perdita del lavoro per licenziamento, al mancato rinnovo di contratti a termine, alla cessazione di attività d'impresa, ma anche cassa integrazione, malattia grave, infortunio o decesso di uno dei componenti del nucleo familiare.

Per quanto riguarda i requisiti invece, l'emendamento chiarisce che spetterà ai ministeri competenti, sentita la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, aggiornare il decreto del 2016 per stabilire i criteri e le modalità di utilizzo delle risorse.

I vecchi requisiti infatti, prevedevano che il richiedente avesse un Isee fino a 26mila euro e cittadinanza italiana, fosse stato sfrattato per morosità con atto debitamente notificata e naturalmente, risultasse titolare di un contratto di locazione registrato.

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