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Bonus 600 euro a deputati, Rosato smentisce Inps: “Nessun parlamentare Italia Viva l’ha chiesto”

Ettore Rosato e Italia Viva attaccano l’Inps, sostenendo che nessun deputato del partito abbia chiesto il bonus da 600 euro riservato ai lavoratori autonomi e alle partite Iva a causa del Covid. “Questo modo di fare servizio pubblico da parte dell’Inps è barbaro. A noi di Italia Viva non risulta che alcun parlamentare appartenente al nostro gruppo abbia chiesto il bonus”, afferma Rosato.
A cura di Stefano Rizzuti
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Italia Viva non ci sta. E si scaglia contro l’Inps, accusando l’istituto di previdenza di usare metodi barbari nella gestione del caso dei cinque deputati che hanno richiesto il bonus da 600 euro introdotto per le partite Iva e gli autonomi a causa del Covid. Ettore Rosato, coordinatore nazionale di Iv, attacca l’Inps con un post su Facebook, sostenendo che nessun deputato del suo partito abbia chiesto il bonus, contrariamente a quanto emerso finora: “Questo modo di fare servizio pubblico da parte dell’Inps è barbaro. A noi di Italia Viva non risulta che alcun parlamentare appartenente al nostro gruppo abbia chiesto il bonus”. Rosato chiede quindi all’istituto di previdenza di smentire quanto finora scritto dai giornali: “Invitiamo formalmente Inps che ha diffuso questa informazione a smentire la notizia del nostro coinvolgimento o a rendere pubblici i nomi”.

La richiesta di rendere pubblici i nomi, intanto, viene reiterata da più parti. Quel che è emerso finora è che a chiedere il bonus siano stati tre deputati della Lega, uno del M5s e uno di Iv, al netto della smentita di Rosato. Chiede la linea dura il Movimento 5 Stelle, con il reggente Vito Crimi: “Se non dovesse palesarsi spontaneamente chi ha richiesto il bonus, chiederò a tutti i nostri parlamentari di sottoscrivere una dichiarazione per autorizzare l’Inps a fornire i dati di chi ha usufruito del bonus. Un fatto cosi grave non può passare senza conseguenze. Spero che tutti i partiti si muovano nella stessa direzione, lo dobbiamo a chi sta soffrendo le dure conseguenze di questa pandemia”.

Dura la reazione anche del ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, che oggi torna sul caso, parlando di un quadro “sconcertante”. “Siamo davanti a fatti di una gravità assoluta – scrive su Facebook –. I nomi devono essere resi pubblici. Gli italiani hanno il diritto di sapere chi ha tradito la loro fiducia. Questa gente non deve più avere l’occasione di rivestire una carica pubblica. Deve essere allontanata dallo Stato, deve essere punita”. Sul parlamentare dei 5 Stelle coinvolto, Di Maio aggiunge: “Tra i 5 deputati leggo che ci sarebbe anche un esponente dei 5 Stelle. Non mi importa da quale forza politica provengano, so soltanto che questi 5 deputati non possono più rappresentare le istituzioni”. Sulla stessa linea anche la ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo: “Qui il problema non è normativo ma etico. Nei mesi di chiusura totale delle attività, era necessario sostenere i lavoratori e le loro famiglie con la massima celerità. Questi deputati hanno tradito il mandato popolare e devono scusarsi, restituire le somme percepite e dimettersi”, afferma in un colloquio con il Corriere della Sera.

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