Bonus 200 euro per autonomi, partite iva e professionisti: chi ha diritto a presentare domanda
Il decreto Aiuti è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale. Vengono quindi ulteriormente chiariti i meccanismi con cui il bonus da 200 euro, stanziato dal governo per combattere l'inflazione, sarà erogato a milioni di cittadini: i lavoratori dipendenti e i pensionati lo riceveranno in busta paga o cedolino, così come disoccupati e percettori del reddito di cittadinanza lo avranno in automatico. Il bonus spetta anche agli autonomi che, a differenza delle altre categorie, dovranno fare domanda all'Inps. Con la pubblicazione del decreto vengono quindi definiti i requisiti di reddito per gli autonomi che rientrano nella platea di beneficiari del bonus, con o senza partita Iva: per questa categoria, a differenza dei dipendenti, sarà necessario fare domanda in quanto l'erogazione non sarà automatica in busta paga.
Bonus 200 euro per gli autonomi con partita Iva
Mentre per i lavoratori dipendenti con reddito fino a 35 mila euro il bonus viene erogato automaticamente in busta paga, viene invce creato un fondo da 500 milioni di euro da cui prelevare per garantire il beneficio economico ad autonomi e professionisti. Lo modalità e la platea saranno comunque definite da un decreto del ministero del Lavoro. Nel provvedimento pubblicato in Gazzetta si legge:
È istituito, nello stato di previsione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, il Fondo per l'indennità una tantum per i lavoratori autonomi e i professionisti, con una dotazione finanziaria di 500 milioni di euro per l'anno 2022, che costituisce il relativo limite di spesa, destinata a finanziare il riconoscimento, in via eccezionale, di un'indennità una tantum per l'anno 2022 ai lavoratori autonomi e ai professionisti iscritti alle gestioni previdenziali dell'Istituto nazionale della previdenza sociale (INPS) e ai professionisti iscritti agli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza.
Si specifica che a ricevere il bonus saranno coloro "che abbiano percepito nel periodo d'imposta 2021 un reddito complessivo non superiore all'importo stabilito con il decreto di cui al comma 2". Che a sua volta recita:
Con decreto del Ministro del Lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell'Economia e delle finanze, da adottare entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, sono definiti i criteri e le modalità per la concessione dell'indennità una tantum di cui al comma 1, incompatibile con le prestazioni di cui agli articoli da 1 a 3, nonché la quota del limite di spesa di cui al comma 1 da destinare, in via eccezionale, ai professionisti iscritti agli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza di cui al decreto legislativo 30 giugno 1994, n. 509, e al decreto legislativo 10 febbraio 1996, n. 103, e i relativi criteri di ripartizione.
Insomma, bisognerà aspettare un ulteriore passaggio per capire i requisiti di reddito degli autonomi beneficiari dell'indennità una tantum.
Lavoratori autonomi senza partita Iva
Non solo gli autonomi con partita Iva e iscritti alle gestioni previdenziali: hanno diritto all'indennità da 200 euro anche quelli senza partita Iva. Deve però risultare almeno un contributo mensile per lo scorso anno, il 2021. Per ricevere il bonus in questo caso bisogna presentare domanda all'Inps, ma le modalità con cui questa andrà avanzata verranno specificate in seguito.
Bonus 200 euro per co.co.co, requisiti e domanda
Devono procedere nello stesso modo, presentando istanza all'Inps, anche i Co.co.co, cioè i titolari di rapporti di collaborazione coordinata e continuativa: devono però avere un contratto attivo alla data di entrata in vigore del decreto. Anche per loro, inoltre, è valido il limite di 35 mila euro di reddito fissato per i lavoratori dipendenti che possono beneficiare dell'indennità.
Lavoratori domestici e stagionali
Anche i lavoratori stagionali del turismo e dello spettacolo possono ricevere il bonus da 200 euro. Possono riceverlo quelli che hanno già ottenuto le indennità previsti dai decreti emanati per combattere l'emergenza Covid. Per quanto riguarda i lavoratori a intermittenza che abbiano lavorato almeno 50 giornate nell'anno 2021, percependo un reddito non superiore ai 35 mila euro.