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Bonino ora contrattacca: “Governo kazako garantisca diritti Shalabayeva”

Il ministro degli Esteri riferisce nelle Commissioni riunite Esteri e Diritti umani sul caso di Alma Shalabayeva: “Mio obbligo morale la tutela delle due cittadine kazake”. E minaccia ritorsione nei confronti dell’ambasciatore kazako.
A cura di Redazione
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Non accennano a placarsi le polemiche per il caso Ablyazov e per il rimpatrio della Shalabayeva e di sua figlia, "avallato" dalle autorità italiane. Oggi il ministro degli Esteri Emma Bonino ha riferito alle Commissioni riunite Esteri e Diritti umani, cercando di fare il punto sulla vicenda e sui provvedimenti che il Governo italiano intende prendere nei confronti della diplomazia kazaka. Ma soprattutto, ha cominciato Bonino, siamo "consapevoli che la priorità ora è la tutela delle due cittadine del Kazakhistan" e dunque, continua, "stiamo svolgendo e continueremo a fare con forte determinazione interventi, a Astana, Bruxelles, Vilnius, per la piena libertà di movimento di Alma e la figlia: lo sento come obbligo morale, prima che politico".

Ma non può bastare. Ed infatti la Bonino annuncia che il destino dell'ambasciatore kazako in Italia, Andrian Yelemesov, il cui comportamento è stato definito "intrusivo" e "inaccettabile", dipenderà dalla disponibilità del governo di Astana ad "offrire la sua imprescindibile collaborazione sul terreno dei diritti e della libertà di movimento". E in questo momento il Governo e la Farnesina sono impegnati nella valutazione delle misure più opportune da adottare nei suoi confronti.

Tornando al merito della questione, però il ministro conferma la sua prima versione: "Sono stata informata telefonicamente da esponenti della società civile il 31 maggio, a cose già avvenute, e da allora ho lavorato attivamente, con una azione che continua ancora oggi e si è mossa su te direttrici: assicurare il rispetto dei diritti della signora, promuovere la necessaria raccolta di informazioni, raccogliere documenti circa l'espulsione in Kazakistan".

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