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Guerra in Ucraina

Bonino a Fanpage.it: “Doveroso inviare armi agli ucraini, combattono anche per la nostra libertà”

In un’intervista a Fanpage.it la senatrice Emma Bonino spiega perché è giusto che l’Italia e la comunità internazionale mandino armi agli ucraini: “Hanno chiesto armi non per attaccare la Russia, ma per difendersi da un’invasione illegale e sanguinosissima”.
A cura di Annalisa Cangemi
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"Aiutare gli ucraini e fiaccare Putin, per me è questa l'unica strada possibile". La senatrice di +Europa Emma Bonino, ex ministra degli Esteri, in un'intervista a Fanpage.it, spiega la sua posizione sulla guerra e sull'invio di armi all'Ucraina. La parlamentare si è sempre dichiarata contraria all'istituzione di una no-fly zone sui cieli del Paese invaso, richiesta che per altro non è stata ribadita oggi dal presidente Zelensky in occasione dell'intervento alla Camera dei deputati. Ma secondo Bonino gli ucraini hanno il diritto di difendersi e l'Italia e la comunità internazionale hanno il dovere di mandare loro tutti i mezzi di cui hanno bisogno. Un punto di vista questo che è stato criticato da una parte della sinistra, per esempio dal leader di Si Nicola Fratoianni o dalla parlamentare dem Laura Boldrini.

"L'Ucraina è un Paese libero, aggredito da un altro Paese – ha detto a Fanpage.it Emma Bonino – La Russia si è trovata davanti una resistenza militare molto forte. Credo che gli ucraini che combattono, certo per sé stessi ma anche per la nostra libertà, sia doveroso aiutarli. Hanno chiesto armi non per attaccare la Russia, ma per difendersi da un'invasione illegale e sanguinosissima, e mi pare che adesso i russi siano passati al ‘casa per casa', modello Cecenia. Tengo questa posizione, ne sono convinta, esattamente come quando Milošević minacciò il Kosovo di pulizia etnica e siamo intervenuti per difendere il Kosovo".

L'esodo dei profughi può velocizzare il superamento del Trattato di Dublino?

Sono oltre 60mila i profughi ucraini entrati in Italia dall'inizio del conflitto, ma gli sfollati sono già 10 milioni: secondo l'Unhcr oltre 3,5 milioni di rifugiati hanno lasciato l'Ucraina dall'inizio dell'invasione russa. Più di due milioni hanno varcato il confine con la Polonia, altri si sono diretti verso Ungheria, Romania, Slovacchia e Moldova, mentre a decine di migliaia si sono già spostati verso altri Paesi europei.

Una crisi di queste dimensioni secondo Bonino potrebbe spingere l'Europa a ridiscutere non solo il Trattato di Dublino ma in generale a cambiare approccio sulla gestione dell'immigrazione: "Ho perso il fiato a forza di ripetere ai nostri amici del Nord Europa che la questione migranti non poteva essere relegata al Mediterraneo, e a qualche Paese, ma doveva essere una responsabilità comune. Non ci sono stati a sentire. Adesso che tocca loro hanno capito finalmente di cosa parliamo. Spero che questo fossato tra Sud e Nord Europa, per quanto riguarda gli immigrati, in questa situazione porti a un riavvicinamento delle posizioni, a un eventuale superamento di Dublino, e a una politica possibilmente europea di integrazione. Ma di tutte queste fake news, come i ‘taxi del mare' e ‘stanno in alberghi a 5 stelle', credo che in Italia si sia fatta terra bruciata".

"C'è stato un periodo in cui la denominazione era ‘l'invasione'. Ma guardando ai numeri non c'era nessuna invasione di sorta, solo gente che scappa o dalla miseria o dalla guerra. Adesso saranno gli ucraini ma prima erano gli africani, i libici, gli eritrei, gli etiopici. Ma quelli erano con una pelle diversa e quindi non erano responsabilità dei nordici biondi e con gli occhi azzurri. Mi pare che questo stereotipo, con grande dolore, sangue e perdite di vite umane, sia stato spazzato via".

Bonino ha replicato anche Salvini, che si è mostrato molto più indulgente rispetto al passato con le persone che scappano oggi dall'Ucraina, alimentando in questo caso la retorica dei "profughi veri": "Non so chi dia a Salvini il diritto di decidere chi è vero e chi è falso. Lo può immaginare, lo può pensare, ma francamente non sta a lui deciderlo, che io sappia. Esistono delle procedure per verificare. Noi abbiamo molto bisogno dei migranti che ci rifiutiamo di legalizzare. Abbiamo ancora adesso quasi un esercito di 500mila irregolari nel nostro Paese che costringiamo alla clandestinità. Perché se sei irregolare non hai i documenti, non hai un conto in banca, non puoi affittare una casa, non puoi fare niente, perché non ci sei, non esisti. Noi abbiamo anche bisogno di manodopera. Si tratta di uno di quei dossier in cui la Realpolitik e i diritti umani non sono in conflitto, non c'è stato verso fino ad ora di farlo capire".

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