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Elezioni politiche 2022

Bonetti a Fanpage.it: “Noi andiamo da soli, non possiamo stare con chi è contro il governo Draghi”

In un’intervista a Fanpage.it la ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia Elena Bonetti annuncia la sua candidatura per le prossime elezioni e spiega perché il mancato accordo con Calenda è stato un’occasione sprecata: “Azione aveva l’occasione di costruire insieme a noi un polo davvero riformista, e invece ha accettato per qualche seggio elettorale di entrare in una coalizione piena di contraddizioni”.
A cura di Annalisa Cangemi
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La ministra per le Pari opportunità e la Famiglia Elena Bonetti (Iv) sarà candidata alle prossime elezioni del 25 settembre. In un'intervista a Fanpage.it, rilancia il terzo polo al centro, in vista delle elezioni politiche del 25 settembre. Italia viva, come spiegato anche da Matteo Renzi, è pronta a presentarsi da sola, anche senza alleati, dopo che Enrico Letta, Carlo Calenda e Benedetto della Vedova hanno raggiunto un accordo per presentarsi insieme, dividendosi i collegi uninominali – 70% al Pd e 30% ad Azione/Più Europa – con la clausola che i leader di partito non potranno candidarsi negli uninominali (oltre gli ex parlamentari del M5s usciti e agli ex parlamentari di Forza Italia usciti nell'ultima legislatura).

Per la ministra questa è stata un'occasione sprecata, l'occasione per dar vita a un polo riformista, che poteva aspirare al 10%: "È stata un'occasione persa per Azione, perché aveva l'occasione di costruire insieme a noi un polo davvero riformista, capace di rispondere alle esigenze del Paese con chiarezza di idee e con coerenza rispetto a queste idee. E invece Azione ha accettato per qualche seggio elettorale di entrare in una coalizione piena di contraddizioni. Noi andiamo avanti convintamente, invece, a costruire questo polo centrale, moderato, riformista, che vuole parlare alle famiglie, alle imprese del Paese con una visione chiara, con la chiarezza e la libertà delle idee", ha detto la ministra di Italia viva ai microfoni di Fanpage.it.

La porta per Renzi, da parte di Letta e Calenda, rimane aperta, ma Italia viva non ha intenzione di riaprire un dialogo, né tantomeno di accettare la proposta di un "diritto di tribuna", sotto le insegne del Pd, ai leader dell'alleanza elettorale che potrebbero avere difficoltà a raggiungere il 3% necessario per entrare in Parlamento. L'offerta è stata già respinta da Matteo Renzi. "Chi vuole fare politica non si accontenta di un diritto di tribuna, vuole cambiare le cose, vuole dare una risposta concreta ai bisogni del Paese. Noi vogliamo fare politica seriamente, non abbiamo bisogno di una tribuna, per accontentarci di posti. Noi i nostri posti li abbiamo lasciati. Io quando mi sono dimessa dal governo Conte, che poi ha creato le condizioni per arrivare a Mario Draghi, l'ho fatto lasciando una poltrona per il bene superiore del Paese, perché sapevo che in quel momento non c'era in gioco il mio destino personale, ma quello del Paese".

Italia viva non è intenzionata a entrare nella coalizione che Letta vuole mettere in piedi, con Sinistra Italiana, Verdi e il nuovo partito di Luigi Di Maio e Bruno Tabacci, Impegno Civico. Un dialogo con il Pd, con questi schieramenti in campo, non sembra più possibile: "Noi l'alleanza non la vogliamo fare con i partiti e tra i palazzi, ma la vogliamo fare con il Paese, con le energie del Paese che si vogliono mettere in campo. Abbiamo già avuto una risposta altissima di persone, di professionisti, di mondi, dell'associazionismo", ci ha detto la ministra.

"Siamo chiusi a qualsiasi proposta che non sia credibile nei confronti delle cittadine e dei cittadini a cui chiediamo il voto. In particolare non siamo disponibili a candidarci con chi è stato contro il governo Draghi, con chi ha votato contro le politiche ambientali e con chi ha votato contro i miliardi dati alle famiglie, alle imprese, con chi ha votato contro le scelte importanti necessarie che abbiamo fatto in politica estera, con chi ha votato contro il Pnrr", ha aggiunto.

"Noi oggi vogliamo portare avanti con chiarezza queste iniziative e queste riforme, e per farlo dobbiamo essere credibili. Non possiamo dire alle elettrici e agli elettori ‘vogliamo portare avanti l'azione del governo Draghi e poi alle urne ci conveniva per qualche poltrona stare dall'altra parte'. Noi non siamo così".

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