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Bonelli: “Basta stabilimenti per pochi a prezzi altissimi”: la proposta di Avs per le spiagge libere

Avs, con un flashmob davanti allo stabilimento Twiga, ha presentato una proposta di legge, con cui si dichiarano le coste beni inviolabili e bene comune dello Stato, e le spiagge bene comune, con l’obiettivo di garantire maggiore accessibilità e tutela delle spiagge libere.
A cura di Annalisa Cangemi
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Alleanza Verdi Sinistra ha presentato oggi una proposta di legge per garantire maggiore accessibilità e tutela delle spiagge libere. Lo ha fatto con un flashmob davanti allo stabilimento Twiga, l’esclusivo stabilimento balneare di Flavio Briatore a Forte dei Marmi. "Oggi per andare al mare ci vogliono anche 40 o 50 euro per una famiglia, e quando le spiagge libere non ci sono diventa un problema sociale. Anche per chi ha il mare vicino casa. Quindi diamo le risorse ai Comuni, si facciano delle assunzioni stagionali, come del resto sono le assunzioni negli stabilimenti, si dia lavoro ma si rendano accessibili e fruibili le spiagge libere del nostro Paese", ha detto Bonelli, che propone dunque di dare risorse ai Comuni per tenere pulite le spiagge, come avviene in altri Paesi nel mondo. Avs chiede poi l'immediata decadenza delle concessioni per abusi edilizi e l'aggiornamento dei canoni delle concessioni. "Qualcuno pensa che le spiagge siano qualcosa di superfluo, ma sono un elemento fondamentale".

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"Presentiamo come Avs la legge che dichiara le spiagge italiane beni comuni inalienabili dello Stato. Ci troviamo di fronte ad atti di profonda iniquità sociale. Qui alle nostre spalle c'è il Twiga, paga 21mila euro l'anno ma fattura 8 milioni di euro. In totale tutte le concessioni demaniali dello Stato italiano pagano allo Stato 100 milioni di euro, eppure fatturano 10 miliardi di euro. Quello che vuole fare Meloni è inaccettabile, allungando le coste italiane di 3mila chilometri, un trucchetto incredibile per non mandare a gara tutte le concessioni demaniali marittime, privatizzando le ultime spiagge libere del nostro Paese. Noi come Avs a questo ci opponiamo fermamente, le spiagge devono essere libere. Vogliamo che gli italiani si riapproprino di un bene comune che oggi è diventato esclusivo per pochi, a prezzi altissimi".

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Cosa dice la proposta di legge di Avs sulle spiagge libere

All'articolo 1 del testo presentato questa mattina si legge:

Le coste e gli arenili della Repubblica Italiana sono beni inalienabili dello Stato la cui gestione è concessa alle Regioni d’intesa con i comuni ai quali va garantita la loro fruizione collettiva, nelle modalità fissate dalla legge.

Nel testo si specifica che sono considerati beni comuni del demanio naturale marittimo, "gli arenili e il demanio marittimo, lacustre e fluviale, i quali non sono alienabili né acquisibili per usucapione". Su questi beni "è consentito l’affidamento in concessione nei soli casi previsti dalla legge e per una durata limitata e senza possibilità di proroghe. Inoltre "allo scopo di garantire sulle aree demaniali marittime l’adeguato equilibrio tra modalità concessoria e la libera, generalizzata e gratuita fruizione, una quota non inferiore al 70% della spiaggia ricompresa nel territorio di ogni singolo comune costiero in zone di balneazione consentita è inderogabilmente riservata al pubblico e gratuito uso. È facoltà delle regioni e dei comuni costieri aumentare la predetta quota del 70% a seconda delle varie tipologie costiere e degli ecosistemi territoriali".

Nella proposta si specifica che Le Regioni, sentiti i comuni, "possono rilasciare concessioni sul demanio naturale marittimo a fini turistici ricreativi purché almeno il settanta per cento delle stesse siano di libero accesso e prive di strutture e/o attrezzature fisse. In ogni concessione è consentito il libero e gratuito accesso di transito per il raggiungimento della battigia antistante l’area ricompresa nella concessione, anche al fine della balneazione".

Si aggiunge poi che "una persona giuridica o persona fisica non può essere titolare nella stessa regione di oltre due concessioni di beni pubblici", altrimenti si provvede con immediatezza a gara per la concessione più vecchia. La durata della concessione poi non può superare dodici anni.

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