Bonafede risponde a Di Matteo: “Nessuna interferenza, dichiarazioni boss erano già note”
Nessuna interferenza. Lo assicura il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, tornando sulle accuse mosse dal magistrato Nino Di Matteo, a cui il Guardasigilli avrebbe offerto il posto di capo del Dap, decidendo poi di non nominarlo per coprire questa carica. Durante il question time alla Camera dei deputati, Bonafede garantisce: “Nel giugno 2018 non vi fu alcuna interferenza, diretta o indiretta, nella nomina del capo dipartimento dell’amministrazione penitenziaria”.
Ci sono poi le valutazioni di opportunità politica sulla scelta poi non ricaduta su Di Matteo, a cui è stato preferito Basentini (ora sostituito): “Nelle normali interlocuzioni avevo intenzione di coinvolgere Di Matteo, per questo pensai a due ruoli: o al vertice del Dap o l’equivalente a quello di Giovanni Falcone per la riorganizzazione. Mi convinsi che questa opzione fosse la più giusta, perché avrebbe consentito a Di Matteo di lavorare al mio fianco, a via Arenula, e avrebbe dato un messaggio chiaro alle mafie”. Però, sottolinea ancora Bonafede, poi “non ci furono le condizioni” per andare avanti in questo progetto, che naufragò.
Il ministro della Giustizia rivendica di aver anche svolto delle valutazioni personali per la scelta del nuovo capo, Dino Petralia, che è stato nominato come successore di Basentini negli scorsi giorni. Bonafede prosegue: “Ogni illazione è del tutto campata in aria, perché le dichiarazioni di alcuni boss erano già note al ministero il 9 giugno, quindi ben prima di ogni interlocuzione con il diretto interessato. La mia linea di azione è stata, è e sarà sempre improntata alla massima determinazione nella lotta alle mafie”.
Bonafede, infine, annuncia che arriverà presto un nuovo decreto per permettere ai giudici di valutare meglio i presupposti per la scarcerazione dei boss mafiosi: “È in cantiere un decreto legge che permetterà ai giudici, alla luce del nuovo quadro sanitario, di rivalutare l'attuale persistenza dei presupposti per le scarcerazioni dei detenuti di alta sicurezza e al 41 bis”.