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Primarie PD 2023

Bonaccini, Schlein, De Micheli e Cuperlo: il faccia a faccia tra i candidati alla leadership del Pd

Stefano Bonaccini, Elly Schlein, Paola De Micheli e Gianni Cuperlo, i quattro candidati alla segreteria del Partito democratico, si sono confrontati in un faccia a faccia alla trasmissione Mezz’Ora in Più su Rai 3. Ecco di cosa hanno parlato.
A cura di Annalisa Girardi
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I quattro candidati alla segreteria del Partito democratico, Stefano Bonaccini, Elly Schlein, Paola De Micheli e Gianni Cuperlo, si sono confrontati in un faccia a faccia alla trasmissione Mezz'Ora in Più su Rai 3. Tanti i temi toccati, in particolare le priorità da cui deve ripartire il Pd dopo il tonfo alle elezioni. Quindi lavoro, ambiente, politiche sociali e giovani. E non sono mancate le critiche alle scelte fatte in passato.

"Io non penso che abbiamo rinunciato ai valori, non siamo sempre stati conseguenti a quei valori. Io il Jobs act non l'ho votato,  non per disturbare chi era al timone in quel momento, ma perché pensavo potesse provocare un urto con le persone che rappresentiamo", ha detto ad esempio Gianni Cuperlo. Della stessa opinione anche Paola De Micheli: "Il Pd ha perso perché ci siamo persi. Noi abbiamo rappresentato chi ce la fa e chi ce l'ha fatta. E c'è ancora nel nostro partito chi vuole fare ‘un po' e un po'. È mancato il coraggio delle scelte nette. Io non credo sia sufficiente ammettere che il Jobs act sia stato un errore, dobbiamo riscriverle da zero le regole sul lavoro non stare lì a cincischiare su minimi correttivi".

Riconoscere gli errori e poi ripartire, ha detto Elly Schlein: "Credo siano tre le grandi questioni che il partito deve affrontare: il contrasto di ogni forma di diseguaglianza, garantendo la sanità pubblica per tutti, investendo di più nel welfare, nel diritto all'istruzione e alla casa; il tema del lavoro, con il salario minimo e una legge sulla rappresentanza per spazzare via i contratti pirata; e l'emergenza climatica, con un percorso che accompagni cittadini e imprese in una dimensione nuova".

E Stefano Bonaccini ha aggiunto: "Io penso che il congresso serva a definire meglio la nostra identità. Non siamo stati bravi. Siamo stati per quasi 15 anni al Governo senza aver mai vinto le elezioni. Se divento segretario garantisco che al governo ci torniamo solo le elezioni le vinciamo". E ancora, parlando delle alleanze politiche: "La vocazione maggioritaria non è autosufficienza. Solo un pazzo penserebbe di non doversi alleare con nessuno, senza delegare agli altri, a Movimento 5 stelle e Terzo polo, la rappresentanza delle posizioni. Dobbiamo anche riconquistare voti a destra".

Tutti d'accordo, i quattro candidati, sulla necessità di un cambio di passo per quella che è stata finora la classe dirigente dem, in modo da spingere davvero per un rilancio del partito. L'appuntamento è ora previsto per il 26 febbraio, quando ci saranno le primarie che decideranno a chi spetterà guidare il Pd.

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