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Bombardieri: “Col decreto Lavoro il governo aumenta la precarietà, faremo lunga mobilitazione”

“Negli anni scorsi Meloni parlava di lavoro precario e attaccava le multinazionali dicendo che non possono fare come gli pare – dice il segretario della Uil intervistato da Fanpage.it – L’ho invitata alla coerenza”. Per Bombardieri il problema principale del decreto Lavoro è uno: “Noi chiediamo di ridurre la precarietà, il governo risponde in maniera opposta e la allarga”.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Pierpaolo Bombardieri ha appena finito di partecipare a un’assemblea con i lavoratori delle cave, nel cuore delle Alpi Apuane dove si estrae il marmo di Carrara, ed è già pronto per ripartire: "Continuiamo a parlare con i lavoratori e le lavoratrici – dice il segretario generale della Uil parlando con Fanpage.it – continuiamo come avevamo cominciato prima dell'incontro con il governo, chiedendo il consenso per andare avanti con questa mobilitazione che non si ferma". Il percorso è ancora lungo, anche perché il decreto Lavoro appena approvato dal governo Meloni non ha soddisfatto minimamente le aspettative dei sindacati.

Segretario, questo percorso di mobilitazione porta a uno sciopero generale?

Lo sciopero è uno strumento e non un obiettivo. Dobbiamo fare una mobilitazione lunga per condizionare le scelte del governo e fargli cambiare idea su tanti punti. Scioperare adesso significherebbe lavarsi la coscienza. Ora bisogna parlare con le persone per costringere l'opinione pubblica a occuparsi dei temi che stiamo sollevando.

Ripartiamo dall'incontro di domenica sera con il governo, avete criticato innanzitutto il merito…

Il clima era un po' teso, perché è chiaro che se ci convocano la sera prima alle 19 per parlare di un decreto da approvare il giorno dopo non si può certo fare un confronto serio e articolato. E senza neanche la possibilità di avere un testo ufficiale.

Quindi la presidente Meloni vi ha spiegato a grandi linee i contenuti del decreto?

Meloni ci ha spiegato il senso politico, poi i ministri Giorgetti e Calderone hanno illustrato le misure. Sul cuneo fiscale magari è più semplice, mentre su sicurezza, precarietà e reddito di cittadinanza senza un testo scritto è impossibile fare un confronto serio, perché una virgola può cambiare di molto le cose.

Anche Salvini ha detto che vuole ricevervi al ministero dei Trasporti, ci andrete?

Non abbiamo problemi, siamo sempre pronti al confronto né abbiamo mai lasciato un tavolo. Certo non vorrei che finissimo al punto che tutti ci cercano ma nessuno ci chiama.

Cosa ne pensa della narrazione del governo sulla Festa dei Lavoratori? Il Primo maggio i ministri erano a Palazzo Chigi non a caso. Volevano mandare un messaggio chiaro, come dimostrato anche dal video ufficiale diffuso da Meloni…

Sulla comunicazione ufficiale della presidente del Consiglio preferisco non fare commenti. Davanti a chi ha sbeffeggiato i giovani che sono venuti al concertone invece reagisco. Chi dice che sono andati a divertirsi e a cantare dovrebbe avere rispetto. Intanto perché chi li prende in giro guadagna un sacco di soldi e può lavorare anche il Primo maggio, ma poi servirebbe rispetto per quei giovani perché sono le vittime di un sistema Italia che dà loro un lavoro precario, poco pagato e insicuro.

Parliamo dei contenuti del decreto Lavoro: chiedevate da tempo un taglio del cuneo fiscale, e il taglio del cuneo fiscale c'è…

Sì, ed è motivo di soddisfazione. Vorrei però ricordare a chi strumentalizza le nostre dichiarazioni che abbiamo fatto due scioperi generali per chiedere il taglio, il primo quando c'era Draghi. È una scelta che ci convince, ma siamo preoccupati perché l'intervento dura cinque mesi. Vorremmo misure strutturali, non spot. In manovra, tra sei mesi, questo taglio del cuneo fiscale costerà dieci miliardi, più altri dieci per mantenere in vigore gli altri due. Già così siamo a venti miliardi. Se poi verranno confermate le regole del Patto di Stabilità si arriva a 35 miliardi. Siamo preoccupati per i lavoratori e abbiamo chiesto garanzie.

Avete parlato anche di dove trovare le risorse per rifinanziare il taglio delle tasse sul lavoro?

Chiediamo ancora una volta di applicare la tassa sugli extra-profitti alle grandi aziende, per esempio alle Big Pharma. Mi sarei aspettato più coraggio da Giorgia Meloni. Domenica le ho consegnato un volantino con alcuni suoi tweet del passato, quando parlava di lavoro precario e attaccava le multinazionali dicendo che non possono fare come gli pare. L'ho invitata alla coerenza.

C'è poi la questione dei contratti a termine, forse una delle misure più criticate dai sindacati…

Dico subito che il punto non è la questione tecnica delle causali. La domanda è: in questo Paese c'è un problema precarietà o no? Secondo noi sì. Nel decreto ci sarà l'estensione dell'utilizzo dei voucher da 10mila a 15mila euro. Parliamo di lavoratori che possono prendere 15mila euro l'anno senza trattamenti previdenziali, mantenimento del posto di lavoro, assicurazione e ferie. Questo è il tema che riguarda il futuro del nostro Paese. Noi chiediamo di ridurre la precarietà, il governo risponde in maniera opposta e la allarga. È questo il nodo politico.

La questione della sicurezza sul lavoro continua a essere assente?

Uno degli incontri fatti con la ministra era proprio su questo tema. Abbiamo presentato anche una proposta unitaria per chiedere degli interventi. In questi mesi, di contro, abbiamo registrato solo un tentativo di sopprimere l'Ispettorato nazionale del lavoro. Un tentativo poi fallito, probabilmente perché si sono vergognati. Non c'è stata alcuna iniziativa sulla sicurezza sul lavoro. Ci sono solo 10 milioni per le famiglie dei ragazzi vittime dell'alternanza scuola-lavoro. Ma noi abbiamo chiesto interventi per eliminare il rischio, non fondi per risarcire. Tutto questo non c'è.

L'ultimo tema è il reddito di cittadinanza, che è stato abolito e riformato. Qual è il vostro giudizio, soprattutto nella parte che riguarda i famosi occupabili?

C'è un problema di fondo che non è risolto: come si collega chi è disoccupato con le politiche attive del lavoro? E poi: come diamo una risposta in quei territori dove il lavoro non c'è? Ora si dovrà spostare chi riceve una proposta su tutto il territorio nazionale. Se ti devi trasferire dalla Sicilia a Milano come fai a vivere con 800 euro? Per chi è occupabile bisogna creare il lavoro, perché soprattutto nel Mezzogiorno il rischio è di consegnare i giovani alla criminalità organizzata. I corsi di formazione chi li farà? Saranno mirati a ottenere cosa, se non ci sono i posti di lavoro? C'è grande confusione. In più in un momento di crisi si riduce il reddito a chi ha bisogno, si leva un aiuto a chi non ce la fa. E non parlatemi di furbetti, perché se le aziende truffano lo Stato non si levano i sostegni a tutte le imprese, si colpisce chi ha sbagliato.

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