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Bomba o non bomba, Grillo è arrivato a Roma

Si chiude lo Tsunami tour nell’unico luogo-icona del M5S: una piazza. Questo non solo per un valore simbolico, ma perché il principale senso del movimento è quello di far sì che il sedere si alzi dalla poltrona. Questo, i partiti “veri” l’hanno dimenticato.
A cura di Andrea Parrella
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Tzunami Tour a Susa, campagna elettorale di Bebbe Grillo

La polemica sui comizi elettorali è stato un tema che ha scandito tutta la campagna per questo voto del 2013. Sappiamo che l'incontro in piazza fosse diventato un concetto fondamentalmente demodé, e per i partiti, quindi di riflesso per i cittadini. Oppure il contrario, chi lo sa. Si è parlato di un fenomeno Sky, per i comizi come per gli stadi, che si svuotano parimenti alle piazze, per trasferirsi sulle poltrone, in Tv. Il paradosso è che questa è stata la campagna elettorale in cui è avvenuto quel massiccio e inaspettato ritorno alle televisioni, un criticatissimo abuso del tubo catodico in corrispondenza del fatidico e indiscutibile ritorno alla piazza, all'incontro. Il colpo d'occhio delle piazze piene di Grillo, i bambini sulle spalle dei propri genitori, metterebbe al tappeto qualunque confronto; come quello di piazza del Plebiscito per Bersani, ieri, a Napoli, che per quanto mezza vuota, era allo stesso tempo mezza piena, va detto. Un piccolo inciso è riferito alle parole di Chiara  Geloni su Huffington Post Italia, che protestando contro i luoghi comuni della campagna elettorale e l'idea che "Grillo abbia rubato piazza San Giovanni al Pd", risponde che il Pd, di chiudere lì la campagna non c'ha mai pensato. E grazie, rispondo io, avrebbe dovuto assoldare Copperfield per illudere ci fosse davvero un po' di gente.

Beninteso, credo che non abbia alcun senso paragonare le piazze del Movimento 5 Stelle e quelle dei partiti "normodotati". Semmai vanno confrontate tra loro quelle di questi ultimi e, così facendo, si scoprirebbe, per una malsana vocazione al menopeggismo, che il Pd è forse quello messo meno male. Ma rispetto a quelle di Grillo vanno prese in separata sede, perché la differenza tra i due esempi è esattamente la distanza tra la casa e il luogo di ritrovo, il percorso da compiersi per raggiungerlo. Potranno opporre qualunque questione al Movimento 5 Stelle, mettere gli attivisti, adepti o come diavolo si voglia chiamarli, davanti a un discreto quantitativo di contraddizioni, e nella maggior parte dei casi non ci sarà risposta valida da contrapporre se non un insoddisfacente e di certo poco convincente "bisogna sperare che non vada così, in ogni caso che scelta abbiamo?".

Tuttavia esiste una cosa che ai partiti non può essere perdonata, cioè aver messo da parte l'elemento che dovrebbe muovere ogni grillino, così come i precetti base di quella che tutti definiscono una setta prevedono: la voglia. Il fattore del darsi un voto anziché dare un voto a qualcuno, tentare di mobilitare il cittadino ad essere inglobato, interessarsi della cosa pubblica basterebbe, da solo, a fare un programma. Ed inoltre, chiariamolo, ha un valore effettivo decine di volte superiore al fastidioso "mandarli tutti a casa". E' un valore dai caratteri aleatori, se non utopici, direbbe qualcuno; ma intendiamoci, nella sua inconsistenza fisica è, realmente, il solo elemento che dovrebbe stare alle spalle di un voto. Qualunque sia la destinazione. Gli attivisti, nel senso di quelli che si attivano, ci sono in ogni partito, di questo non si dubita, ma impostare interamente la propria azione politica su un messaggio che dice "se devi darmi il tuo voto mettendomi in mano le tue sorti, io il tuo voto non lo voglio" non è solo un'operazione mediaticamente vincente, ma porta con sé l'ambiziosa intenzione di arrestare l'indolenza popolare. L'abulia esiste ovunque, ma l'evidenza, più che un semplice luogo comune, vuole che da noi sia più accentuata che altrove.

Ecco cosa hanno dimenticato i partiti tradizionali. La piazza ritorna qui, poiché se mai il progetto di Grillo dovesse realizzarsi, se anche solo dieci degli elettori del movimento saranno stati stimolati a capire come funzioni la macchina dello stato, allora sarà un successo. E questa cosa, sarà cominciata alzando il sedere dalla poltrona, discostandosi dalla tv e andando in piazza. Anche perché in Tv non avrebbero visto niente di quel che avrebbero voluto vedere. Bomba o non bomba, oggi Grillo è arrivato a Roma: non possiamo che augurarci che nel voto di ogni suo elettore, ci sia meno pancia e più testa.

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