Bollino per i ristoranti italiani nel mondo e liceo del Made in Italy: la bozza del nuovo decreto
Tra le misure della bozza del ddl Made in Italy, che porta il nome del dicastero guidato dal ministro Adolfo Urso, c'è un bollino per i ristoranti italiani autentici sparsi per il mondo. Il provvedimento contiene anche il liceo del Made in Italy, i conti agevolati per permettere ai giovani di finanziarsi gli studi, ma anche il fondo sovrano per sostenere le filiere strategiche. Il decreto sarà discusso in Cdm la prossima settimana, e per il momento il testo, che è ancora provvisorio, è composto da 20 pagine e 47 articoli.
Nella bozza si legge che "Al fine di valorizzare e sostenere gli esercizi di ristorazione che offrono all'estero prodotti enogastronomici effettivamente conformi alle migliori tradizioni italiane all'estero e di contrastare l'utilizzo speculativo dell'italian sounding, i ristoratori situati all'estero possono chiedere la certificazione distintiva di ‘ristorante italiano nel mondo'".
I ristoranti che ottengono la certificazione, potranno beneficiare di un contributo (in una misura ancora da definire) per l'acquisto di prodotti italiani designati da indicazioni geografiche agricole, alimentari, del vino e delle bevande spiritose.
La certificazione "è rilasciata, su istanza del ristoratore, da un ente certificatore accreditato presso l'organismo unico di accreditamento nazionale italiano, sulla base di una tariffa approvata e di un disciplinare adottato con decreto del Ministro delle imprese e del made in Italy, di concerto con il Masaf che individua i requisiti e le specifiche per il rilascio della certificazione stessa, con particolare riferimento all'utilizzo di ingredienti di qualità e di prodotti appartenenti alla tradizione enogastronomica italiana, a denominazione di origine protetta, a indicazione geografica protetta, a denominazione di origine controllata, a denominazione di origine controllata e garantita e a indicazione geografica tipica".
Le novità del decreto Made in Italy
Il testo introduce anche un liceo del Made in Italy "promuovere, nell’ottica dell’allineamento tra domanda e offerta di lavoro, le conoscenze, le abilità e le competenze connesse al Made in Italy". A partire dall'anno scolastico 2024/2025, l'opzione economico sociale del liceo delle scienze umane passerà nel nuovo percorso liceale: nel ddl si precisa che resta ferma, per le classi successive alla prima, "la prosecuzione ad esaurimento dell’opzione economico sociale".
Il governo vuole anche istituire la giornata del Made in Italy, che sarà celebrata il 15 aprile: sarà "la giornata dell'orgoglio del prodotto e dell'impresa, della cultura e del modello italiano nel mondo", ha spiegato Urso.
La giornata non è assimilata alle feste nazionali, e per celebrarla Stato, Regioni, Province, Città metropolitane e Comuni potranno promuovere "iniziative per la promozione della creatività e la difesa e valorizzazione del Made in Italy".
Il ddl istituisce poi un fondo sovrano per supportare la crescita e il consolidamento delle filiere strategiche nazionali, anche nell’approvvigionamento di materie prime. Un meccanismo con una dote ancora non definita (le cifre oscillano tra 500 milioni e 1 miliardo) che prevede la possibilità per il Mef di entrare nel capitale di imprese nazionali. Le condizioni di investimento saranno definite con decreto, ma un caso è specificato – anche se questo punto è ancora in valutazione -: qualora entrasse nel capitale dei veicoli societari, il Mef può detenere quote di minoranza tali da non comportare il controllo.
Ma in soccorso delle filiere arrivano anche: altri 247 milioni per rifinanziare quest'anno la Nuova Sabatini, 202 milioni per gli incentivi al design, 15 milioni per le imprese femminili, l'estensione dei Voucher 3i alle micro imprese, l'istituzione di un fondo con 60 milioni per valorizzare in particolare le filiere del legno-arredo e delle fibre tessili naturali; e poi ancora misure per la nautica, la ceramica, i prodotti orafi.
Per i giovani arrivano anche conti dedicati a condizioni agevolate per sostenere le spese scolastiche. E per accompagnarli nella fase di ingresso nel mondo del lavoro ci saranno i pensionati tutor, ovvero lavoratori andati in pensione da meno di due anni che potranno essere assunti (in modo incentivato) per un massimo di 24 mesi per attività di tutoraggio.
Nel testo di parla di "trasferimento generazionale delle competenze": per "favorire il passaggio di competenze e di abilità tra generazioni", si prevede che i datori di lavoro privati con un numero di dipendenti non inferiore a 50 unità, possano stipulare "tra il 1 gennaio 2024 e il 31 dicembre 2024", un contratto della "durata massima di 24 mesi" con un lavoratore andato in pensione da non oltre due anni, il quale si "impegna a svolgere, presso l’azienda, attività di tutoraggio, per un massimo di 60 ore mensili, in favore di giovani, di età inferiore a 30 anni, assunti, con contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato". Il limite di età si alza a 35 anni se sono laureati.