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Bollette, perché il passaggio dal mercato tutelato al mercato libero ha fatto schizzare i prezzi alle stelle

I dati pubblicati da Arera sulle forniture di luce e gas hanno smentito chi prometteva che i consumatori non sarebbero stati penalizzati. Corrado (Pd) a Fanpage.it: “In Italia paghiamo più che in tutta Europa, siamo i più tartassati tra i tartassati”.
A cura di Fabio Salamida
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Chi sosteneva che col passaggio dal mercato tutelato al mercato libero le bollette di luce e gas non sarebbero aumentate, evidentemente aveva fatto male suoi i conti. Perché se è vero che durante la pandemia chi aveva già scelto di affidarsi alle oscillazioni dei prezzi non aveva subito rincari significativi, è altrettanto vero che le successive congiunture internazionali, in particolare la guerra tra Russia e Ucraina, hanno fatto impennare il prezzo del gas, che anche negli ultimi mesi, sul mercato europeo, ha registrato un rialzo di circa il 20 per cento.Un rialzo che inciderà sempre di più anche sul prezzo dell’energia elettrica.

La bolletta del gas aumenta di 190 euro l’anno, l’elettricità tocca i 100 euro

Partiamo proprio dal metano. Scorrendo i dati sul portale di Arera, l’autorità di regolazione per energia, reti e ambiente, la bolletta media per una famiglia che consuma circa 1.400 metri cubi di gas all’anno e ha sottoscritto un contratto a prezzo fisso può variare dai 1.618 euro l’anno in città come Milano, Trento e Trieste, ai 1.826 euro di Roma. Un rincaro medio del 6,17 per cento rispetto ai sei mesi precedenti. Scorrendo le offerte e prendendo in considerazione le più convenienti, l’aumento medio per famiglia viaggia attualmente sui 190 euro all’anno, ma è destinato a salire. E aumenta anche l’elettricità: Il portale dell’Autorità a novembre registrava rincari dell’ordine dell’8,43 per cento per famiglia, circa 100 euro l’anno.

L’Italia è “maglia nera” in Europa

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Sull’energia elettrica l’Italia fa decisamente peggio di altri Paesi. Sulla sintesi annuale pubblicata sul sito del Gestore del Mercato Elettrico (GME), infatti, il nostro Paese nel 2024 conserva purtroppo la “maglia nera” sul prezzo medio della corrente elettrica rispetto a Germania, Area Scandinava, Spagna e Francia. Il paragone è impietoso anche guardando ai picchi del 2022 e del 2023 (crisi post invasione russa in Ucraina).

“I dati recentemente pubblicati da Arera – spiega a Fanpage l'eurodeputata e responsabile Ambiente del Partito Democratico, Annalisa Corrado –  finalmente svelano quanto abbiamo denunciato in ogni sede a partire dalla seconda meta del 2023: il mercato cosiddetto libero, in Italia, è in realtà un oligopolio, in cui a rimetterci sono i consumatori e le Pmi, saccheggiate da aziende che continuano ad avere bilanci stellari. Una volta finito l'effetto del blocco delle modifiche unilaterali dei contratti sul mercato libero, voluto da Mario Draghi nel 2022, i prezzi sono nuovamente schizzati alle stelle, spesso fino a raddoppiare i costi dell'energia rispetto al mercato tutelato. È stata scellerata, in tal senso, la testardaggine del governo Meloni che non ha voluto nemmeno prendere in considerazione il rinvio della fine del mercato tutelato e ora vuole addirittura smontare l'ultimo baluardo di tutela, a difesa dei clienti vulnerabili”.

L’interruzione di forniture di gas russo che transitavano in Ucraina

Dal 1 gennaio la Russia ha interrotto tutte le forniture di metano che transitando per l’Ucraina arrivavano in Europa. Il nostro Paese aveva già ridotto di molto i volumi e l’impatto sul fabbisogno non dovrebbe essere quindi significativo, ma la reazione a catena che potrebbe derivare dalle crisi energetiche che investiranno altri Stati europei ancora dipendenti da Mosca avrà ripercussioni anche sul nostro mercato. I dati emersi dall’ultima rilevazione di Arera sono già abbastanza preoccupanti: un contratto a prezzo variabile stipulato in grandi città come Roma e Milano, a novembre scorso, era già più caro del 12,5 per cento rispetto ai sei mesi precedenti e le previsioni per il 2025 sono tutt’altro che rosee.

“Si è tornati a parlare di energia – continua Annalisa Corrado – a valle dell'annuncio dei rincari ma, a mio avviso, non si parla abbastanza di quanto questi rincari arrivino ad aggiungersi ad una situazione gravissima. In Italia paghiamo la bolletta energetica più alta d’Europa, che a sua volta paga più dei competitor internazionali come Cina e Usa. Abbiamo un primato folle: i più tartassati tra i tartassati. Trenta per cento in più della Germania e il doppio della Spagna. Paghiamo certamente la nostra dipendenza dal gas, che è diventato un bene gestito su un mercato speculativo e instabile, non solo per ragioni geopolitiche, ma anche, sempre più, finanziarie. Ma abbiamo anche un problema tutto italiano, del quale stiamo chiedendo conto in ogni sede ad autorità e governo. Un esempio? Non è possibile che negli altri paesi, anche quando il prezzo è trascinato dal gas come da noi, il prezzo all'ingrosso dell'energia elettrica sia poco più alto del doppio di quello del gas sul mercato olandese, mentre nel nostro Paese sia più che triplo”.

I dati allarmanti dell’Autorità

I dati degli ultimi mesi certificano senza appello che chi è passato dal mercato tutelato al mercato libero dell’energia spende in media più di tutti, ovvero 24 centesimi per kilowattora con prezzo fisso a 25 centesimi. Per farsi un’idea, chi ancora non è passato al prezzo variabile ma è rifornito dal servizio a tutele graduali, il “limbo” di chi non ha ancora scelto un fornitore dopo il passaggio del 30 giugno 2024, paga la materia prima 10 centesimi al kilowattora. Leggermente più alti i prezzi per i vulnerabili a maggior tutela, che spendono 13 centesimi al kilowattora. Cifre che però sono destinate a salire ulteriormente: Arera avverte infatti che nel primo trimestre del 2025 i 3,4 milioni di vulnerabili subiranno aumenti superiori al 18 per cento, con l’energia elettrica che toccherà quota 16,64 centesimi per kilowattora. Per correre ai ripari, il governo ha fatto approvare un emendamento al ddl Concorrenza che consentirà ad anziani e disabili di passare, entro il prossimo 30 giugno, al Servizio a tutele graduali, risparmiando oltre 100 euro l’anno sulle bollette.

Le possibili soluzioni

Quale potrebbe essere la soluzione per frenare l’impennata dei prezzi? “Come Partito Democratico – prosegue la responsabile Ambiente della segreteria di Elly Schlein – abbiamo presentato lo scorso dicembre una proposta molto concreta e realizzabile in tempi brevi per proteggere, in maniera strutturale e non provvisoria, gli oltre tre milioni di utenti cosiddetti ‘vulnerabili’, sui quali pende la spada di Damocle di nuove aste (che persino Arera sta cercando di evitare), che sarebbero a detta di tutti fallimentari. Proponiamo una riforma dell'Acquirente Unico che gli consenta di tornare a fare il lavoro per cui era nato con la riforma Bersani, poi tarpato e snaturato nel tempo: agire da ‘gruppo di acquisto’, a controllo interamente pubblico, per poter negoziare i migliori prezzi di acquisto con i fornitori di energia, potendo poi rivenderla ai clienti tutelati con i prezzi più bassi ottenibili sul mercato. Una funzione che servirebbe anche a rivelare il prezzo reale dell'energia, evitando speculazioni sul mercato libero. Non solo: proponiamo che l'Acquirente Unico stipuli contratti a medio e lungo termine con produttori di energia da fonti rinnovabili, che sono quelle con il prezzo più basso in assoluto, in modo che il beneficio del risparmio venga reso immediatamente disponibile ai consumatori. È una proposta molto pratica che darebbe risultati molto velocemente. Ne ha bisogno il Paese e noi l'abbiamo messa a disposizione di tutte le forze politiche”.

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