Boldrini spinge per lo ius soli: “Chi nasce qui è italiano”
Da Rosarno a Riace fino a Lamezia Terme: è questo il viaggio che Laura Boldrini ha voluto fare per incontrare la "gente che lotta ogni giorno" e che vive sulla propria pelle le contraddizioni delle politiche per l'immigrazione del nostro Paese. La Presidente della Camera, infatti, ha tenuto una serie di incontri con associazioni, istituzioni, centri d'ascolto e semplici cittadini per parlare del tema dell'immigrazione e delle questioni politiche, economiche, sociali e culturali ad esso legate. Questioni che, in questa terra, sembrano estremamente connesse al "controllo del territorio da parte della criminalità organizzata", come testimoniano le minacce e le intimidazioni nei confronti dei rappresentanti istituzionali.
Boldrini è stata chiara, riferendosi in particolare all'ultimo episodio di cronaca (le raffiche di mitra contro l'abitazione del sindaco di Nicotera): "Mi ricorda le scene cui ho assistito in passato nelle zone di guerra, in Paesi cioè che non riconoscono lo Stato di diritto. La presenza della ‘ndrangheta, ormai, è una vera e propria lesione ai diritti umani". E, riferendosi alle minacce agli amministratori locali in Calabria, ha poi ricordato: "C'è anche una componente sessista, nelle minacce che subiscono. E questo nel senso che per un certo tipo di mentalità come quella mafiosa, intimidire una donna è più facile. A loro voglio dimostrare vicinanza sia come donna che come Presidente della Camera".
Ovviamente il riferimento alla questione immigrazione è stato netto, deciso, con parole che hanno rafforzato quello che è il suo pensiero in materia di immigrazione e ius soli. La Boldrini, rivolgendosi ad un gruppo di bambini stranieri (e diventati cittadini da poco), ha affermato: "Chi nasce qui è italiano". Un modo anche per dimostrare la sua vicinanza al ministro Kyenge, oggetto dell'ennesimo vile insulto da parte di un esponente della Lega Nord.