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Bocassini: “Alcuni magistrati hanno usato il loro lavoro per altro”

Il pubblico ministero nel processo Ruby, durante la presentazione di un libro, allude all’uso improprio della Giustizia da parte di alcuni suoi colleghi. Sollecitato in un’intervista, Di Pietro ha assicurato che “non ce l’ha con me, ma con Ingroia”.
A cura di Redazione
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Il magistrato ha parlato anche dell'importanza di agire indipendentemente dal consenso sociale
Il magistrato ha parlato anche dell'importanza di agire indipendentemente dal consenso sociale

Ilda Bocassini, il magistrato che rappresenta la pubblica accusa nel "processo Ruby", ha riconosciuto che "ci sono dei pubblici ministeri che hanno usato il loro lavoro per altro". L'affermazione è arrivata in risposta ad una domanda di Ferruccio De Borotoli, direttore del Corriere della Sera, durante la presentazione del libro "L'onere della toga" di Lionello Mancini. Tuttavia, ricorda il magistrato, "parlare di supplenza di alcune procure è un termine sbagliato. Non è una patologia diffusa della magistratura. Se avessi avuto l'impressione di una patologia avrei avuto la forza di tirami indietro. Negli ultimi vent'anni c'è stato uno scontro tra mass media, magistratura e politica. Uno stato di conflittualità talmente alta che ha impedito una riflessione anche all'interno della categoria professionale. È mancata un'autocritica che la categoria doveva fare e non ha fatto, dopo la morte di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino".

Il pubblico ministero ha poi ricordato i tempi di Tangentopoli e della lotta alla criminalità organizzata: "Durante Tangentopoli stavo in Sicilia. Noi vivevamo in hotel bunkerizzati, con i sacchi di sabbia, intorno era guerra. E quando arrivavo a Milano, per salutare i colleghi, vedevo le manifestazioni in loro favore, Forza Mani Pulite”. Una situazione nella quale, ricorda il magistrato, il pericolo di agire in base al consenso sociale era dietro l'angolo. Ma "non è l'approvazione della gente che mi deve spingere ad andare avanti, ma fare bene il mio mestiere".

In un periodo politico nel quale tiene banco il tema della decadenza di Berlusconi, le affermazioni della Bocassini non potevano che subire la grancassa dei commenti. Maurizio Gasparri ha osservato che "perfino la Boccassini ammette che per alcuni pubblici ministeri certe indagini sono servite ad altro. Del resto è una cosa evidente, vedendo liste elettorali e carriere politiche di vari soggetti in tutta Italia. La Boccassini non si fermi. Faccia dei nomi. E vada avanti in quella autocritica che perfino secondo lei la magistratura dovrebbe fare". L'invito del parlamentare del Pdl va esteso alla stessa Bocassini: "rifletta anche su se stessa sul suo operato. Gli eccessi e le aggressioni hanno arrecato un grave danno alla magistratura, la cui credibilita' e' precipitata a livelli minimi. Il che non fa bene all'Italia, da troppo tempo privata per colpa di pochi, faziosi ma organizzati, della fiducia nella giustizia. Le parole della Boccassini devono aprire un dibattito che deve portare ulteriori argomenti alla urgente riforma della giustizia".

Anche Antonio Di Pietro ha commentato le dichiarazioni del magistrato durante un'intervista, dicendosi "assolutamente sicuro che Ilda Boccassini non ce l'ha con me nel modo più assoluto". "Ce l'ha sicuramente – ha concluso il leader dell'Idv – con Antonio Ingroia".

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