Dopo settimane di indiscrezioni, ipotesi, retroscena e suggestioni di diverso tipo, la consegna dei "pareri pro veritate" di giuristi e costituzionalisti alla Presidenza della Giunta per le Elezioni del Senato della Repubblica, contribuisce a far finalmente luce sulla strategia che intende adottare Silvio Berlusconi per evitare la decadenza dalla carica senatoriale. In sostanza, la difesa di Berlusconi chiederà di affidare alla Corte Costituzionale il compito di far luce sull'eventuale incostituzionalità della legge Severino, con una contemporanea sospensione del giudizio della Giunta per le elezioni ed immunità in attesa del responso.
Nello specifico, si ritiene "cruciale" l'accertamento sulla natura o meno retroattiva della disciplina, come spiega meglio Guzzetta nel suo parere: "Qualora infatti si dimostrasse che si tratta dimostrasse che si tratta di una disciplina retroattiva e dunque applicabile al caso di specie, si tratterebbe, allora, di verificare ulteriormente se, alla luce delle norme e dei principi in materia di effetti della legge nel tempo (art. 11 preleggi, art. 3 e 25 Cost., art. 7 Cedu, ecc.), quella previsione di retroattività sia legittima o meno. Le due questioni (indagine sulla retroattività e legittimità della medesima una volta riconosciuta come tale) sono logicamente distinte e, per necessità di rigore analitico, vanno tenute distinte".
Ma c'è anche un aspetto procedurale sui lavori della Giunta, ben messa in evidenza dal parere di Nania, che sembra chiedere un "supplemento" di cautela nelle deliberazioni della Giunta, considerando la decadenza non solo un mero atto formale:
"Viene in evidenza la specifica disciplina dettata dal regolamento del Senato del procedimento di verifica dei poteri, procedimento che nel tempo ha visto in particolare rafforzare la tutela del diritto di difesa, prevedendo la possibilità della difesa tecnica della parte mediante avvocato abilitato al patrocinio davanti alle magistrature superiori, e le garanzie del contraddittorio sia in forma orale che scritta (artt. 13, 14, 15, 16, regolamento Senato per la verifica dei poteri, richiamati dall’art. 18 anche per i casi di decadenza). […] In via conclusiva, a riprova della fondatezza di quanto sin qui esposto, è da rammentare che la stessa Corte costituzionale in più occasioni ha ribadito che dal principio di legalità costituzionale promana nel sistema un’istanza di completezza del controllo di costituzionalità che vuole escludere la sussistenza di “zone grigie” sottratte all’anzidetto controllo".
Si tratterebbe di un modo per "guadagnare tempo", ma che sarebbe affiancato dal ricorso alla Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo contro l'applicazione della legge Monti-Severino. Una linea che dunque sembra essere l'applicazione del cosiddetto piano – Letta (Gianni), che trova qualche sponda non irrilevante anche nella lettura di autorevoli esponenti del Partito Democratico. Da ultimo Fioroni che, a Formiche.net confida: "Se il Pdl dispone di elementi di chiarimento, seri e che non siano né sotterfugi né banali perdite di tempo, allora non cambierebbe molto decidere il 9 settembre o più in là. Le parole di Violante come un’opinione seria a sostegno dell’idea che si possano concedere approfondimenti a chi abbia dubbi, se i dubbi sono reali".
Insomma, prendere tempo e guadagnare mesi di agibilità politica, in attesa però della decisione di Giorgio Napolitano sulla grazia / commutazione della pena. Un intervento che, a rigor di logica, costituirebbe l'unico modo per il Cavaliere di superare l'ostacolo giudiziario e mettersi alle spalle l'intera vicenda.