Caso Almasri

Bevilacqua (M5s) a Fanpage: “Su caso Almasri governo fugge. Meloni ci dica se è ricattabile dalla Libia”

Sul caso Almasri “il governo è fuggito dalle proprie responsabilità scaricando la colpa sui magistrati”, dice a Fanpage.it la senatrice M5s Dolores Bevilacqua. L’iscrizione nel registro degli indagati di Meloni, Nordio, Piantedosi e Mantovano era “un atto dovuto che il procuratore aveva l’obbligo di eseguire. Quando Meloni dice di non essere ricattabile – incalza – a chi si sta riferendo? La Libia?”.
A cura di Giulia Casula
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Con le informative di Nordio e Piantedosi saltate e il Parlamento fermo per una settimana, del caso Almasri se ne riparlerà direttamente martedì prossimo, quando cioè le capigruppo di Camera e Senato si riuniranno nuovamente. Tempo prezioso per il governo, che secondo la senatrice pentastellata Dolores Bevilacqua, "è fuggito dalle proprie responsabilità scaricando la colpa sui magistrati", dice intervistata da Fanpage.it. L'informativa, che il titolare dell'Interno e il Guardasigilli non hanno più tenuto – mettendo davanti il segreto istruttorio – "doveva essere resa in maniera trasparente perché i cittadini hanno diritto a sapere come stanno davvero le cose".

La notizia dell'indagine su Meloni, Piantedosi, Nordio e Mantovano ha radicalizzato lo scontro tra politica e magistratura, ma per Bevilacqua non c'è nessun complotto delle toghe rosse. La comunicazione era "un atto dovuto che il procuratore aveva l'obbligo di eseguire. Al solito, l'escamotage di questo governo è scagliare la palla in tribuna e deviare l'attenzione dal tema vero". Ovvero la liberazione del generale libico, ricercato alla Cpi per crimini di guerra e torture. "Un grossissimo pasticcio", lo definisce la 5S, che sulla vicenda cita le parole della stessa premier: "Quando Meloni dice di non essere ricattabile a chi si sta riferendo? La Libia?".

Intanto il dibattito politico è deflagrato, spostando in secondo piano le vicende giudiziarie di Daniela Santanché. Anche sulla ministra, per Bevilacqua, il centrodestra "usa il conflitto con la magistratura" ma la riflessione riguarda il piano giudiziario. "Il problema è quello di una ministra che non può rappresentare un'alta istituzione, come quella di un ministero, avendo tenuto questa condotta".

Alla fine l’informativa sul caso Almasri è saltata. Il governo dice che è saltata perché c’è un’indagine in corso. Il governo sta fuggendo?

Decisamente sì. L'informativa è saltata proprio perché il governo è in fuga. Il governo ha dimostrato una mancanza di rispetto totale nei confronti del Parlamento, che rappresenta, lo ricordo, i cittadini italiani. È fuggito dalle proprie responsabilità perché qui non c'è nessun tema giudiziario che poteva impedire l'informativa, che doveva essere resa in maniera molto trasparente su degli aspetti che è diritto dei cittadini italiani di conoscere. Al solito questo governo, quando va in difficoltà, mente, trova scuse e scappa dalle proprie responsabilità. Poi la colpa è sempre di qualcun altro. In questo caso la magistratura "rossa", la Corte penale internazionale che – guarda caso – avrebbe spiccato un mandato di arresto sapendo che Almasri sarebbe arrivato in Italia, quindi supponendo che avrebbe avuto modo di conoscere anticipatamente quali dovevano essere gli spostamenti del libico. Insomma, c'è una costruzione che ha portato ad avere otto versioni diverse a seconda del ministro che rilasciava le dichiarazioni. Ma la verità è che agli italiani non si vuole dire come sono andati i fatti.

Dopo l’iscrizione di Meloni, Piantedosi, Nordio e Mantovano nel registro dell’indagati, il governo si è scagliato contro la magistratura parlando di ripicca per la separazione delle carriere. L’Anm dice invece che si tratta di un atto dovuto. Anche secondo voi il procuratore avrebbe dovuto attendere e valutare la fondatezza della denuncia? 

Il procuratore non poteva attendere e valutare la fondatezza perché la legge prescrive che, una volta ricevuta una denuncia circostanziata ha l'obbligo, senza procedere a nessuna indagine, a nessun approfondimento, di trasmettere gli atti e di comunicare ai soggetti interessati l'avvenuto deposito della denuncia. Quindi non c'è assolutamente nulla di complottistico, è solo un atto dovuto che il procuratore aveva obbligo di eseguire entro quindici giorni, per cui non c'è nemmeno una tempistica sospetta. Al solito, l'escamotage di questo governo è scagliare la palla in tribuna e deviare l'attenzione da quello che è il tema vero, ovvero un governo che fugge dalle proprie responsabilità e non è trasparente nelle azioni che intraprende.

Come ha detto anche lei, i pm avevano quindici giorni di tempo per inviare gli atti al tribunale dei ministri. Così l’indagine non rischia di diventare un assist per il governo per sfuggire al dibattito in Parlamento?

Ma lei crede veramente che questa indagine avrà un seguito? Il Tribunale dei ministri archivierà, ne sono fermamente convinta. Il tema è solo politico. Meloni e gli altri ministri hanno cercato di deviare l'attenzione dalla scelta politica di questo governo, che a parole è contro i trafficanti di vite. Ebbene ne hanno uno, che riescono a prendere in Italia, senza doverlo inseguire e invece di trattenerlo, cosa fanno? Lo riaccompagnano per tutto il globo terracqueo, in questo caso fino alla Libia, a casa propria, per farlo accogliere con tutti gli onori che gli sono stati tributati. Le immagini purtroppo, le abbiamo viste, con sullo sfondo l'aereo di Stato con tanto di bandiera italiana.

Sul caso Almasri il governo sostiene che la scarcerazione sia stata stabilita dalla magistratura. Secondo lei Nordio avrebbe potuto fare qualcosa per evitarla? 

Avremmo potuto avere gli elementi per fare queste valutazioni, ma il governo e i ministri si sono sottratti, hanno dato in pasto alla stampa, all'opinione pubblica dichiarazioni sgangherate che si contraddicevano le une con le altre. Ad oggi una informativa non l'abbiamo potuta avere e quindi quello che emerge è semplicemente un grossissimo pasticcio, che si tende a nascondere facendo scaricabarile di responsabilità, o addossando la responsabilità alla magistratura che non avrebbe adempiuto agli obblighi previsti dalla legge. Sono arrivati a dire anche che Almasri è fuori per un cavillo giudiziario. Non c'è nessun cavillo, non ci sono stati gli interventi necessari perché si potesse trattenere il libico. È arrivata la richiesta di arresto da parte della Corte penale internazionale ed è la seconda volta che il governo italiano dimostra di essere allergico alle determinazioni della Corte penale internazionale. Vorrei ricordare infatti, le dichiarazioni rilasciate da Salvini e dai vari esponenti del governo all'indomani del mandato d'arresto nei confronti di Netanyahu. I provvedimenti della Corte penale internazionale non vanno interpretati, vanno semplicemente applicati. In questo caso c'è stata una arrampicata libera sugli specchi da parte di Meloni, che in Senato è venuta a dire che lei avrebbe dovuto approfondire la sentenza della Corte penale internazionale, che però entrava in un momento in cui era in corso un conflitto quindi si rischiava di falsare l'esito di quel conflitto. Con quella sentenza della Corte penale internazionale che condannava Netanyahu per crimini di guerra e contro l'umanità, forse si sarebbe arrivati più velocemente, invece, ad un cessate il fuoco. Invece, no. Come Ponzio Pilato Meloni se ne lava le mani e adesso sono addirittura arrivati a dire che è colpa della Cpi se loro sono stati costretti a riportare in Libia Almasri. Ma c'è qualcosa che non torna.

Chi si scaglia contro il governo in questo momento non fa notare però che l’Italia ha accordi con la Libia che ha un ruolo strategico su una serie di fronti. Penso ad esempio a immigrazione ed energia. Secondo lei c’è un po’ di ipocrisia su questo? Fino a che punto può spingersi la ragione di stato? 

Ma infatti quando Meloni dice di non essere ricattabile a chi sta parlando? Forse è ricattabile dalla Libia. La butto sotto forma di battuta, ma il retropensiero che sento ascoltando dalle persone per strada, con cui cerco di parlare per capire che idea si sono fatte di questa vicenda, è questo. È chiaro che c'è un accordo sul trattenimento degli sbarchi che partono dalla Libia. Bè do una notizia a Meloni, anche se secondo me già lo sa: Almasri era a capo del carcere in cui vengono trattenuti proprio i migranti che vorrebbero giungere in Italia. Ma Meloni lo sa? Io penso di sì. Oltre ad essere un torturatore, un picchiatore, un aguzzino di donne e bambini, Almasri regolava il rubinetto delle carceri, che si apriva e si chiudeva a seconda dei soldi che riusciva ad ottenere dai migranti per farsi liberare e poter partire. Qui abbiamo un trafficante di vite in piena regola, riconosciuto universalmente, che il governo Meloni fa finta di non vedere e riaccompagna a casa con un aereo di Stato.

Ieri la decisione della Cassazione sull’inchiesta nei confronti di Daniela Santanché per truffa ai danni dell’Inps, che resterà a Milano. Che cosa cambia secondo lei? Vede le dimissioni più vicine?

Non penso che la Santanché faccia un passo indietro perché avrebbe dovuto farlo già molto tempo prima. Il tema non è assolutamente giudiziario. Qua la cosa è che il centrodestra cerca di utilizzare, al solito, è il conflitto con la magistratura che 2ce l'ha con i politici di centrodestra". La verità è un'altra. La ministra Santanché è venuta, più di un anno fa, a mentire nell'aula del Senato agli italiani, quando ha dichiarato di non avere nulla a che fare con la Ki Group e invece poi è emersa chiaramente la sua partecipazione nella società che controllava. Mente quando di fronte ai suoi lavoratori che dicono di essere stati al lavoro, nonostante a loro insaputa fossero stati messi in cassa integrazione, prendendo i fondi Covid, lei dichiara che questa vicenda non è assolutamente vera.  Da questo punto di vista, invece non c'è bisogno di arrivare al terzo grado di giudizio per capire se qualcosa è avvenuto. Se costituisce reato o meno lo valuterà la magistratura, ma che la sua società abbia attinto ai fondi Covid l'hanno ammesso loro stessi, perché poi hanno provveduto a restituire i fondi all'Inps. Questo recepimento indebito di questi fondi è stato ammesso dalla stessa società che ha restituito i fondi. Il problema qua è di una ministra che non può rappresentare l'Italia avendo tenuto questa condotta, che non mi sembra onori con disciplina. Abbiamo una persona che ha mentito in maniera evidente nell'Aula del Senato. Questa è la motivazione per cui noi già da tempo abbiamo chiesto le dimissioni, ben prima che arrivassero i rinvii a giudizio. Ripeto, il tema non è giudiziario ma di etica nelle istituzioni.

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