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Bevilacqua a Fanpage: “Anche l’Ue ci dà ragione, destra usa maternità surrogata per negare diritti”

“Quelle del governo sono prese di posizione puramente ideologiche che calpestano i diritti dei nostri concittadini più fragili, cioè i bambini, che non hanno nessuna colpa”: lo dice la senatrice del M5s Dolores Bevilacqua in un’intervista con Fanpage.it, commentando la risposta della Commissione Ue al Senato italiano sul certificato di filiazione.
A cura di Annalisa Girardi
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Qualche giorno fa la Commissione europea ha risposto ai rilievi della presidenza del Senato sul certificato di filiazione, un documento che proponeva di riconoscere in ogni Paese membro lo status di figlio a tutti i bambini, anche a quelli delle coppie omogenitoriali, e che lo scorso marzo era stato bocciato in commissione Politiche Ue a Palazzo Madama. La maggioranza aveva bloccato il certificato tirando in ballo la maternità surrogata, che una proposta di legge vuole rendere reato universale: secondo il centrodestra con il regolamento europeo si rischiava in qualche modo di aprire anche all'utero in affitto. Ma da Bruxelles mettono in chiaro: i diritti dei bambini e la gestazione per altri sono due cose diverse ed è possibile riconoscere i primi vietando la seconda.

La senatrice del Movimento Cinque Stelle Dolores Bevilacqua, che già alcuni mesi fa aveva inviato una nota al presidente della commissione, ora ribadisce a Fanpage.it che il regolamento non c'entra nulla con la possibilità di vietare la Gpa. E accusa la destra di "agitare lo spauracchio della maternità surrogata per negare di fatto i diritti a due milioni di bambini".

La Commissione Ue ha chiarito che la maternità surrogata non c’entra con il certificato di filiazione europeo per riconoscere i figli di tutte le famiglie, anche quelle omogenitoriali. Lei già mesi fa aveva inviato una nota simile in commissione, cosa diceva?

La Commissione ha risposto ai rilievi del parere di maggioranza bocciando su tutta la linea la maggioranza e ribadendo esattamente quello che ho sostenuto in 4^ Commissione durante l’esame della proposta sul Certificato di filiazione e poi segnalato in una nota al presidente Terzi di Sant’Agata, ovvero che il regolamento non incide sul diritto nazionale sostanziale. Vale a dire che non mette in alcun dubbio la configurazione come crimine del ricorso alla maternità surrogata nel nostro Paese, limitandosi a prevedere il riconoscimento delle attestazioni di filiazione emesse sulla base di sentenze o di atti pubblici di Stati membri dell’Unione europea, che evidentemente hanno già vagliato i legami di filiazione tra il bambino e la coppia di genitori. È gravissimo continuare ad agitare lo spauracchio della maternità surrogata per negare di fatto i diritti a due milioni di bambini sul territorio europeo.

Pensa che dopo le precisazioni da Bruxelles cambierà qualcosa rispetto al certificato di filiazione?

Questa proposta di regolamento, per la particolare materia trattata, prevede che per essere approvato ci sia il voto all’unanimità dei Paesi membri. Da parte mia mi adopererò perché la risposta della Commissione possa far riaprire il dibattito in seno alla 4^ Commissione al Senato perché l’Italia possa mantenere in Europa una posizione saldamente ancorata all’Occidente più evoluto e non ripieghi su posizioni alla Orban.

Altra cosa sono le trascrizioni degli atti di nascita: come opposizione state continuando a monitorare la situazione? Cosa intendete fare

Nella risposta della Commissione c’è un passaggio importante anche in merito al richiamo alla sentenza della Cassazione che ha portato alla circolare sulla cui base in alcuni comuni sono state impugnate o è stato imposto uno stop alle trascrizioni delle famiglie arcobaleno. Mi riferisco al richiamo alla Corte di giustizia europea per la quale “la clausola dell'ordine pubblico deve essere interpretata restrittivamente” e “che, pur non potendo definire l'ordine pubblico di uno Stato membro, la Corte di Giustizia Europea è tenuta a controllare i limiti entro cui le autorità giurisdizionali di uno Stato membro possono farvi ricorso”. Sembra chiaro che una sentenza (quella della Cassazione), che riguarda solo i casi di maternità surrogata praticata in un paese terzo, non può essere utilizzata come una clava per creare figli di serie A e di serie B e obbligare le famiglie arcobaleno a ricorre all’adozione in casi particolari perché, è il caso di ribadirlo, in Italia c’è un vuoto normativo. A questo avrebbe dovuto lavorare il Parlamento italiano sollecitato in più sentenze dalla Corte Costituzionale e dalla Corte di Cassazione, invece di inseguire bandiere ideologiche come la maternità surrogata reato universale, quando la gpa sappiamo essere in Italia già reato.

Teme che ci possano essere in futuro altri affondi ai diritti della comunità Lgbtq+ con questa maggioranza al governo?

Quando sento una ministra per le Pari Opportunità dire a più riprese che non esiste un problema di discriminazione tra figli di una coppia tradizionale e figli di famiglie arcobaleno perché esiste lo strumento delle adozioni in casi particolari, procedura che come minimo comporta il non riconoscimento dello status di figlio per diverso tempo, con un impegno di tempo e risorse economiche per le famiglie che devono ricorrere ad un tribunale per aver riconosciuto quello che ad altri bambini è riconosciuto fin dalla nascita, certamente non posso escludere altri affondi di questo tipo. La cosa più triste e che fa arrabbiare di più è che quelle del governo sono prese di posizione puramente ideologiche che calpestano i diritti dei nostri concittadini più fragili, cioè i bambini, che non hanno nessuna colpa. Da madre, Giorgia Meloni dovrebbe capirlo, ma evidentemente la volontà di spostare l'attenzione dai disastri sui temi economici e sociali la spinge a piantare bandierine ideologiche infischiandosene dei diritti delle persone.

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