Bertinotti: “Se la sinistra corre alle politiche è suicida”. Renzi: “Non dobbiamo scappare”
"Oggi uno storico leader della sinistra radicale, Fausto Bertinotti, ha detto che alle prossime elezioni la sinistra dovrebbe non presentarsi proprio davanti ai cittadini e "saltare un giro" perché questo "sarebbe un atto di grande coraggio politico e intellettuale". Inizia così il suo post su Facebook il segretario del Pd Matteo Renzi, e si riferisce alle parole che Bertinotti ha pronunciato oggi ai microfoni di Radio Cusano Campus.
Bertinotti aveva scomodato la volontà di auto-conservarsi dei partiti di sinistra, che preferiscono "sopravvivere nel residuo che ancora vota". Ed è per questo che secondo l'ex segretario di Rifondazione comunista le sinistre non dovrebbero nemmeno presentarsi alle prossime elezioni politiche: sostanzialmente si tratterebbe di una scelta che lui stesso definisce "suicida". Ma rimangono invece vittima di un naturale istinto di conservazione. E usa una metafora Bertinotti, quella dell'araba fenice: "La Sinistra può rinascere solo dalle sue ceneri". Bertinotti si riferisce alla prospettiva inseguita da Fassino, cioè quella di formare un centrosinistra largo coinvolgendo diverse sensibilità politiche. Fassino è stato proprio incaricato da Renzi del progetto di ricostruzione, e dopo aver incontrato Piero Grasso e Laura Boldrini oggi ha visto anche a Bologna Romano Prodi.
Ma Renzi risponde all'ex leader, che al contrario di lui ha fatto la scelta di vivere la politica in modo più defilato. "Quando leggo certe dichiarazioni rimango senza parole". Piuttosto Renzi le elezioni vuole vincerle, non ci pensa proprio ad abbandonare il campo agli avversari e snocciola i temi cari al Pd: "Il compito di un partito di centrosinistra non è scappare dalle elezioni, ma cercare di vincerle. E il vero coraggio sta nel difendere gli ultimi con leggi come il dopo di noi, il terzo settore, i diritti civili. Abbassando le tasse al ceto medio-basso come abbiamo fatto con gli 80 euro e come faremo con l'Irpef. Combattendo la precarietà nella scuola e nel privato. La sinistra che fugge dalle proprie responsabilità in realtà aiuta la destra. E lo sa bene Bertinotti fin dai tempi della caduta del primo governo dell'Ulivo guidato da Romano Prodi".