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Bersani sula riforma del lavoro: “Si trovi un equilibrio in Parlamento”

Il segretario insiste sull’articolo 18 e propone di migliorare la riforma in Parlamento. Il Terzo polo sta con Monti, Lega e Idv continuano sulla linea dura. Berlusconi: “Iter legislativo troppo lungo”.
A cura di Alfonso Biondi
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Il segretario ribadisce il no ai licenziamenti di tipo economico e chiede di adottare il modello il tedesco.

Pier Luigi Bersani dice la sua sulla nuova riforma del lavoro. Il giorno dopo il varo della riforma del Consiglio dei Ministri con la particolare formuletta "salvo intese", il segretario del Partito democratico, da Cernobbio, ha riconosciuto che nel provvedimento ci sono delle cose buone, ma anche delle cose da correggere. E le correzioni, inutile dirlo, riguardano la nuova formulazione dell' articolo 18: "Non possiamo accettare- ha affermato Bersani- che in nessun caso, anche in caso di sospetti licenziamenti economici, la monetizzazione sia la soluzione esclusiva. Quello è un elemento basico e su questo noi non ci muoviamo".

Bersani: "Trovare un equilibrio in Parlamento"- "Noi siamo per il modello tedesco"- ha ribadito il segretario del Pd, che ha poi osservato: "Siamo in Europa, la Germania è quella che meglio funziona al mondo perché non dobbiamo assomigliare a loro dove le forme particolari di concertazioni sono rilevantissime?". La decisione dell'esecutivo di presentare il provvedimento in Parlamento sotto forma di disegno di legge sembra poi incontrare il favore dei democratici: Bersani ha infatti sottolineato che, in tal modo, il via libera definitivo alla riforma potrebbe arrivare entro l'estate. E in Parlamento toccherà "alle forze parlamentari trovare un equilibrio".

Le certezze del Terzo Polo- Sempre da Cernobbio, il Presidente della Camera Gianfranco Fini ha detto di condividere in pieno l'impianto riformatore del governo. "L'accordo complessivo del Cdm- ha sottolineato Fini- non trova in posizione critica il Terzo Polo". Una posizione condivisa anche da Casini, che, al Tg2, ha parlato di una riforma che "va verso la crescita", mostrandosi d'accordo con la decisione del governo di presentare il provvedimento sotto forma di disegno di legge.

I dubbi di Pdl, Lega Nord e Idv- "La riforma del lavoro adesso è un disegno di legge e avrà un lungo iter normativo. Nel nostro Paese si fa fatica a fare politica soprattutto a causa della lunghezza degli iter legislativi". A dirlo l'ex Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, che, probabilmente, avrebbe preferito che la riforma approdasse in Parlamento sotto forma di decreto legge. Alfano, poi, di modifiche all'articolo 18 non vuol sentirne parlare. e tuona contro il Pd: "O si accetta il punto di equilibrio trovato dal governo dopo settimane o, se si lavora a qualche modifica, non si può immaginare che avvengano solo sull'articolo 18 e che siano modifiche di un solo colore". Roberto Maroni, invece, ha ribadito la contrarietà della Lega Nord alla riforma, motivo per il quale verranno organizzate diverse manifestazioni di piazza. Continua poi la linea dura dell'Italia dei Valori. Antonio di Pietro, dopo aver annunciato un "Vietnam parlamentare", scrive su facebook: "La ministro Badessa parla di metafisica quando afferma che la riforma del lavoro impedirà di delocalizzare, aumenterà i posti di lavoro e non cancellerà i diritti. Carta canta e, quindi, per il momento vale solo quello che ha scritto".

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