Bersani (Pd): “Sono contrario all’astensione, al referendum del 17 aprile voterò no”
In un'intervista rilasciata a Monica Guerzoni del Corriere della Sera, Bersani attacca Renzi a ruota libera. Tempa Rossa, referendum sule trivellazioni, potenziali conflitti di interesse e veleni tra i vari componenti dell'Esecutivo. "Come denuncia Galli della Loggia, Renzi corre il rischio di un isolamento arrogante. Il suo nuovo inizio ha desertificato il Pd e creato una serie di yes men e yes women", dichiara tranchant al Corriere.
Il punto, secondo l'ex segretario del Partito Democratico, è che continuando così il Pd rischi seriamente di spaccarsi. Niente più contrapposizione politica, sostituita dal contrasto tra fazioni fideiste. Bersani non vuole sentir parlare di "spallata" al governo, nonostante gli scandali e le ruggini tra ministri, sostiene sia meglio la stabilità rispetto alla discontinuità governativa. La stabilità è quindi molto importante, ma sono necessari "forti correzioni nei meccanismi di decisione". Bersani infatti pensa che Renzi abbia accentrato su di sé troppo potere e che questo accentramento abbia portato ad assumere numerose decisioni "non lineari, senza rispettare i ruoli istituzionali"."Il Parlamento non può essere chiamato ogni giorno al voto di fiducia" – sostiene Bersani – e lo scandalo "Tempa Rossa" avrebbe solamente scoperchiato il vaso di Pandora.
Sulle intercettazioni al veleno pubblicate in questi giorni, Bersani non vuole esprimersi. Secondo lui alcune delle frasi intercettate potrebbero semplicemente essere frutto di stress, di un "clima di frustrazione che serpeggia nei ministeri, che percepiscono di essere bypassati ed espropriati a livello politico e burocratico". Il riferimento è a Renzi e Bersani prosegue spiegando che anche nel caso dell'inchiesta Tempa Rossa il tutto è partito da un emendamento inserito di straforo nella legge di stabilità e approvato utilizzando la questione di fiducia. "Decisioni del genere devono essere prese in trasparenza e in discussioni visibili. Un’opera attraversa sempre una democrazia, se te lo dimentichi prendi una scorciatoia che allunga la strada. Voglio vedere adesso chi fa Tempa Rossa", puntualizza.
Sul referendum del 17 aprile, Bersani spiega di essere per il no. Non per l'astensione, che reputa una "pezza peggiore del buco", ma per andare a esprimere un dissenso netto. A suo parere, infatti, "in un referendum indetto dal Pd ognuno vota secondo convinzione e sensibilità. Su questi temi ho lavorato sette anni, so bene che per una cultura ulivista è agevole fare norme che uniscano sensibilità ambientale e innovazione industriale". Contro l'astensione, ma anche contro il referendum. La posizione di Bersani è netta.