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Bersani non chiederà scusa a Vannacci: “Ridirei tutto, non ho insultato lui ma le idee di questa destra”

Bersani non ha alcuna intenzione di scusarsi con Roberto Vannacci. “Con quella domanda, che rifarei tutti i giorni, non ho insultato Vannacci, ma le idee regressive che la destra sta sdoganando e che ci rubano il futuro”, ha detto l’ex leader del Pd.
A cura di Giulia Casula
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Pier Luigi Bersani non chiederà scusa a Roberto Vannacci. "Con quella domanda, che rifarei tutti i giorni, non ho insultato Vannacci, ma le idee regressive che la destra sta sdoganando e che ci rubano il futuro", ha detto l'ex segretario del Pd.

"Mi sto occupando di quel rancore che le destre stanno scagliando contro i diritti sociali e civili. Mi rivolgo al famoso campo progressista, perché queste idee contro tutto quel che è diverso richiedono una battaglia a viso aperto", ha aggiunto intervistato dal Corriere della Sera.

Negli scorsi giorni, il generale del Mondo al Contrario aveva dato la sua disponibilità a "chiudere la vicenda" a patto che Bersani si scusasse per quanto dichiarato un anno prima durante la festa dell'Unità di Ravenna. "Mi resta una domanda: se in  è possibile dare dell'anormale a un omosessuale, è possibile dare del coglione a un generale?", aveva chiesto il dem.

L'insulto indiretto aveva fatto infuriare l'europarlamentare leghista che si è affrettato a denunciare il politico per diffamazione. È di pochi giorni fa la notizia, a distanza di un anno, della richiesta della Procura di Ravenna di un decreto penale di condanna per Bersani.

Il provvedimento consiste in una sanzione pecuniaria, una multa per intenderci, che consentirebbe di risolvere la questione senza andare a processo. Un'ipotesi che l'ex leader esclude con forza, intenzionato invece, ad andare fino in fondo.

Anche la possibilità di veder ritirare la querela dietro delle scuse, per Bersani, è fuori discussione. Tra le condizioni poste per una risoluzione della diatriba, oltre alle "scuse pubbliche per il linguaggio utilizzato", Vannacci ha dichiarato di volere dal politico una "donazione a un'associazione di militari e poliziotti vittime del dovere".  Per il generale si tratterebbe di "un segnale concreto di volontà nel superare l'accaduto".

"Se dovrò pagare, non saranno 49 milioni", ha detto Bersani, rispondendo alle accuse del leader del Carroccio, Matteo Salvini, intervenuto gli scorsi giorni a difesa del generale. Sui suoi profili social, il vicepremier aveva definito l'ex segretario del Partito Democratico "arrogante come i kompagni".

"Mi dà del condannato, ma io non ho ricevuto niente", ha replicato l'ex ministro. "Lo scriva. Sto rispondendo ad articoli dei giornali".

Se Bersani si opponesse al decreto penale, la discussione arriverebbe nelle aule di Tribunale, come auspicato tempo fa dallo stesso politico in un colloquio con Fanpage. "Sarebbe stato bello che in un’aula di Tribunale si discutesse del fatto se è più grave dare dell’anormale a un omosessuale o del coglione a un generale", aveva detto. "Sarebbe stata una discussione interessante per il Paese".

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