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Bersani: “No alla patrimoniale e al condono”

Il candidato premier del centrosinistra alle elezioni politiche 2013 assicura che nel suo programma non c’è alcuna patrimoniale e che anzi si prevede una rimodulazione dell’Imu per i meno ricchi. Niente condoni però perché è importante la fedeltà fiscale dei contribuenti.
A cura di Antonio Palma
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"L'ho detto in tutte le lingue, non credo nella patrimoniale  ma solo nella tracciabilità fiscale", con queste parole il segretario del Pd Pierluigi Bersani ha escluso ogni ipotesi di una futura tassa sui patrimoni nel caso di vittoria alle elezioni politiche 2013. In un'intervista  radiofonica nel corso della trasmissione "Nove in punto"  su Radio 24, il candidato premier del centrosinistra ha chiarito che per lui non c'è bisogno di una patrimoniale perché "abbiamo già una patrimoniale sugli immobili e si chiama Imu" che tra l'altro va rimodulata in maniera progressiva togliendola a chi quest'anno ha pagato 4-500 euro. Per quanto riguarda gli altri patrimoni Bersani ha chiarito: "non intendo affatto concepire una patrimoniale perché penso che il nostro problema sia la tracciabilità e la fedeltà fiscale". Il leader del centrosinistra insomma non nasconde che in Italia c'è un problema di pressione fiscale insieme a quello dell'evasione per questo dice no anche ad un eventuale condono fiscale. "Mai più un condono, Mai più, noi lavoriamo per la fedeltà fiscale in modo che ogni euro che ricaviamo lo mettiamo a ridurre le tasse per chi le paga, Se non cominciamo mai non ne usciamo mai" ha detto Bersani rispondendo ad un ascoltatore.

Non bisogna fare promesse a vanvera come Berlusconi – Il segretario del Pd però ha anche messo le mani avanti ricordando che "Berlusconi parla di tagli subito, ma con lui la pressione fiscale è aumentata 4 punti e ora è pesantissima". "Il problema c'è e bisogna supportare le imprese, muovere un po' l'economia per far riprendere i consumi" ha proseguito Bersani che ha anche parlato di agevolazioni per le ristrutturazioni edilizie, che favoriscano attività imprenditoriali intorno alla casa. "Se ci sono margini, io penso, bisogna abbassare la pressione fiscale, partendo dal lavoro, dai redditi più bassi e dagli investimenti" ha detto Bersani, ricordando però che "bisogna vedere se le spese obbligate sono coperte e se le previsioni di crescita ottimiste del governo sono vere"  perché ora non è il caso di "fare promesse a vanvera".

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