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Bersani e la Lega Nord: “alleanza” per il federalismo?

Questa mattina, dalle colonne della Padania, Pierluigi Bersani lancia una sorta di invito ad un’alleanza alla Lega Nord in nome del federalismo fiscale.
A cura di Nadia Vitali
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A pochi giorni di distanza dalla proposta fatta da Silvio Berlusconi al segretario del Partito Democratico di lavorare assieme per il bene dell’Italia, l’idea di una nuova alleanza viene questa volta avanzata da Pierluigi Bersani alla Lega Nord, usando come strumento addirittura l’organo ufficiale del partito di Bossi, La Padania. Facendo leva sulla necessità di attuare il federalismo fiscale («riforma epocale per la democrazia italiana» sostiene Bersani) il leader del PD afferma che il partito è pronto a dare il proprio appoggio, in qualità di opposizione collaborativa e costruttiva, affinché la riforma possa giungere a realizzazione. Il tutto ad una condizione, naturalmente: che il governo Berlusconi vada a casa dal momento che, continua Bersani, continua a reggere solo grazie al supporto della Lega col solo scopo di approvare leggi ad uso e consumo del Premier che, in verità, sembrerebbe davvero disinteressato all’attuazione del fatidico federalismo.

E non è finita: Bersani, schierandosi con la linea del Ministro degli Interni Roberto Maroni, lamenta l’abbandono subìto da parte dell’Unione Europea in merito agli sbarchi dei clandestini (anche se basterebbe leggere cosa scriveva domenica il Financial Times per intuire, nel caso, come mai l’Europa potrebbe aver deciso di non curarsi degli affari italiani), aggiungendo di sapere che «la Lega non è razzista». Il tutto sulla prima pagina del giornale del Senatùr che sopra una sua bella foto titola «Lega, Settimana decisiva».

Se non accadesse ormai così spesso, ci sembrerebbe davvero di essere davanti ad una svolta significativa nella vita politica. Ma sappiamo bene che, anche oggi, non è il caso di allarmarsi. Al massimo di sorridere, collocando nel nostro immaginario, fianco a fianco, un Bersani con i suoi modi pacati e sorridenti ed un Bossi, sempre arcaico (a dispetto dei decenni in politica, ormai) nelle proprie apparizioni e dichiarazioni. E questo solo perché non ci si vuole spingere oltre con la fantasia. Non è il caso, non ne vale la pena. Non c’è più bisogno, ormai, di urlare davanti ad uno schermo o ad un giornale, ricordando Nanni Moretti e Massimo D’Alema; il quale definì la Lega Nord “la costola della sinistra”.

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