Aveva destato grande scalpore la lettera di Silvio Berlusconi al Corriere della Sera contenente una vera e propria "offerta di tregua" al leader del Partito Democratico Pierluigi Bersani. Ovviamente in giornata sull'argomento è tornato proprio il segretario del principale partito di opposizione, che ha immediatamente rispedito al mittente l'offerta di “un grande piano bipartisan per la crescita dell’economia italiana”, fatta dal Presidente del Consiglio. "Per rivolgersi credibilmente all'opposizione Berlusconi dovrebbe potersi rivolgere credibilmente al Paese e alla comunità internazionale. Così non è e siamo pronti a prenderci le nostre responsabilità, ma lui deve fare un passo indietro e togliere dall'imbarazzo se stesso e togliere dall'imbarazzo e dalla paralisi il Paese": questi i punti principali della risposta di Bersani, rilasciata alle agenzie a margine della presentazione di un libro di Massimo Franco.
Insomma, un vero e proprio altolà alla possibilità di un dialogo fintanto che permarrà la "paradossale situazione" della presenza di Silvio Berlusconi alla guida del Governo ed un secco invito a dimittersi permettendo al Paese di "uscire dal pantano". Una scelta che certamente troverà il sostegno dei militanti del Partito Democratico e che fin da ora ha convinto le altre forze di opposizione, che del resto stanno trovando un'ampia convergenza sulla linea dura nei confronti del Governo sia per quanto riguarda l'approvazione del Federalismo Municipale sia per quanto concerne gli sviluppi del caso Ruby. Certo, l'opposizione al cavaliere rischia ancora una volta di essere l'unico collante delle forze di opposizione, come sottolineato anche da voci interne al Pd, ma del resto l'agenda politica dei prossimi giorni, con il passaggio alla Camera del materiale della Giunta per le Autorizzazioni relativamente allo scandalo intercettazioni (con l'ultimo interrogatorio di Nicole Minetti che aggiungerà tanta materia al dibattito), non consente per ora sofismi e speculazioni di altro tipo.