Il tema dei partiti è cruciale, non solo in un momento estremamente delicato dal punto di vista economico e finanziario, ma anche in relazione all'assetto politico – istituzionale del nostro Paese. Parte da questa constatazione il ragionamento di Pierluigi Bersani che in una lunga conferenza stampa ha disegnato lo schema della proposta con la quale il Partito Democratico intende rompere lo stallo sul tema del finanziamento pubblico ai partiti. In buona sostanza il segretario del Partito Democratico propone una sorta di doppio binario: da una parte si tratta di razionalizzare e ridurre l'importo complessivo dei contributi, dall'altro di garantire trasparenza e tracciabilità delle operazioni. A partire dunque dal dimezzamento dei contributi ai partiti, da mettere in atto grazie ad una rideterminazione basata sui "voti validi ottenuti" (come ad esempio avviene in Germania), cui aggiungere un meccanismo che permetta di valorizzare le piccole donazioni ricevute. Alla base la considerazione che "la democrazia vada sostenuta da tutti perché non cada nelle mani di interessi di singoli" ed è giusto dotare i partiti di strumenti adeguati, ma sempre nell'ottica di una considerazione fondamentale: "Se il paese tira la cinghia la politica deve tirarla due volte". Parallelamente è necessario un tetto alle spese elettorali e gestionali, per prevenire gli sprechi e razionalizzare le risorse.
Trasparenza nei bilanci, garanzie per i militanti – Allo stesso tempo è necessario che i partiti garantiscano trasparenza ed onestà, facilitando un "triplice meccanismo di controllo: analisi della Corte dei conti, pubblicazione dei bilanci su Internet, certificazione da parte di società di revisione" (cosa che tra l'altro i democratici attuano da tre anni). Insomma, un segnale importante in direzione di un accordo che consenta alla politica italiana di cominciare per così dire "il percorso di riabilitazione" agli occhi di un'opinione pubblica insofferente e delusa dopo gli ultimi scandali che hanno coinvolto a vario titolo i principali partiti italiani. Una frattura evidente che, come abbiamo scritto nei giorni scorsi, può essere parzialmente ridotta solo se a prevalere sugli interessi di bottega sarà il buonsenso e la "predisposizione all'ascolto" delle tante istanze di cambiamento che provengono dai cittadini. E in questo caso, mettere mano allo "scandalo" dei rimborsi elettorali, è quasi una precondizione per tornare a discutere, a confrontarsi e a compiere scelte eque e condivise.