Bernini a Fanpage: “Tajani successore naturale di Berlusconi. L’Erasmus italiano porterà mobilità virtuosa”

In un’intervista a Fanpage.it la ministra dell’Università e della Ricerca Bernini parla del futuro di Forza Italia, post Berlusconi: “Tajani è la successione naturale nella gestione del partito rispetto al presidente. Credo che sia in assoluto la persona che da più tempo lavorava con Berlusconi”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Oggi al consiglio di Forza Italia, che si tiene all'hotel Parco dei principi di Roma, Antonio Tajani prenderà ufficialmente il timone del partito, e lo traghetterà fino al Congresso: da oggi quindi Tajani sarà il nuovo presidente degli azzurri, dopo la scomparsa del leader Silvio Berlusconi. È probabile che il vicepremier e ministro degli Esteri venga nominato all'unanimità. Il congresso poi dovrebbe tenersi la prossima primavera, prima delle elezioni europee del giugno 2024. La ministra Bernini appoggia in pieno la scelta del ‘reggente', nel solco della strada tracciata da Silvio Berlusconi.

Per Anna Maria Bernini Forza Italia è "una seconda famiglia": "Deve sapere che Berlusconi mi definiva un'eredità. Cioè mio padre ha cominciato nel '94 a fare politica con Forza Italia, in realtà era un indipendente di Forza Italia, ed è stato ministro del primo governo Berlusconi. Io all'epoca non facevo politica, ho cominciato nel 2008. Sono entrata nel Pdl, poi rimasta in Forza Italia. Quindi è sicuramente una seconda famiglia, nel senso che sono questioni legate anche a un approccio sentimentale, rispetto a una continuità", ha detto la ministra dell'Università e della Ricerca in un'intervista a Fanpage.it.

"Che cosa succederà ora in Forza Italia? Ci sarà continuità. L'eredità di Berlusconi – ho sentito tanto parlare, il legato, l'eredità, il testamento morale di Berlusconi – è da un lato un fatto, cioè il fatto che Forza Italia esista, che esista un centrodestra unito dal '94, o al governo del Paese o comunque al governo dei territori. Ed è anche un impegno, un compito, cioè portare a termine le cose che non sono state portate a termine, ma che fanno parte della nostra cifra. Noi abbiamo una cifra molto particolare, siamo un elemento equilibratore del sistema di centrodestra perché abbiamo una nostra dimensione: siamo liberali, siamo garantisti, siamo da sempre atlantisti ed europeisti, riformatori. Noi siamo quelli di Forza Italia, che è altro rispetto alla restante parte del centrodestra. Ed è importante, credo, la nostra presenza al governo del Paese".

"Quindi tutelare i nostri valori, tutelare le nostre idee, portare avanti i nostri programmi: questo è un impegno che sono sicura che riusciremo ad onorare. Con la guida di Antonio Tajani andremo avanti", ha aggiunto.

Bernini, che è anche vicecoordinatore nazionale di Forza Italia insieme ad Alessandro Cattaneo, pensa che Antonio Tajani sia la figura adatta a dirigere il partito in questa fase. "Tajani è la successione naturale nella gestione del partito rispetto al presidente, gli è sempre stato vicino. Credo che sia in assoluto la persona che da più tempo lavorava con il presidente. E poi ha nelle sue mani un dossier per noi importante, visto che siamo europeisti: da sempre ha saldamente nelle mani il dossier degli Affari europei".

"Vice presidente del Partito Popolare Europeo, è stato ‬presidente del Parlamento europeo, ha una competenza straordinaria nelle dinamiche comunitarie, è ministro degli Esteri per vocazione, quindi per noi è molto importante avere una guida così perché valorizza le nostre caratteristiche".

Come funzionerà l'Erasmus italiano, spiegato da Bernini

La ministra dell'Università e della Ricerca Anna Maria Bernini ha spiegato a Fanpage.it il progetto dell'Erasmus italiano, che sarà operativo già dal prossimo anno accademico, e che consentirà agli studenti di frequentare corsi in più università, sia per le lauree triennali che per quelle specialistiche. L'Erasmus europeo esiste dal 1987, e ha contribuito a plasmare generazioni di studenti. La sfida è ora riproporlo a livello nazionale, con l'obiettivo di assicurare la maggiore flessibilità possibile alla formazione universitaria.

"L'Erasmus italiano è un modo prima di tutto per cercare di creare delle figure professionali, delle figure accademiche che siano quanto possibile multidisciplinari. Non esiste più il medico medico, esiste il medico ingegnere, esiste il fisico filosofo, soprattutto sul tema delle intelligenze artificiali. Quindi troviamo molto utile l'idea di fare un mix di diverse offerte formative che valorizzino le competenze dei diversi atenei. Uso il plurale perché la Conferenza dei rettori delle università italiane su questo è stata molto disponibile. Anche loro hanno mostrato di gradire queste partnership tra i diversi atenei", ha detto Bernini a Fanpage.it.

"Secondo tema che ci fa sembrare molto utile l'Erasmus italiano è il passaggio dal Nord al Sud. Ora il passaggio di studenti è da Sud a Nord. Abbiamo un lieve aumento delle iscrizioni, ma c'è un forte passaggio, non solamente di studio, ma anche proprio residenziale, dalle zone del Sud, e in parte anche del Centro, al Nord. Noi non possiamo dire al nostro capitale umano di non venire al Nord. Ovviamente la cosa che noi del Mur dobbiamo rispettare è il diritto alla scelta e il diritto allo studio degli studenti, quindi possiamo solo magari dare loro un'indicazione di contenuti. Un biologo che comincia a studiare biologia a Torino o a Milano, che poi conclude Biologia marina a Napoli o a Palermo. E questo crea una mobilità virtuosa perché soprattutto nell'orizzontalizzazione e nella circolazione delle idee, c'è l'innovazione. In più noi dobbiamo preparare degli studenti che dovranno fare lavori che ancora non conosciamo".

"Noi abbiamo fatto un regolamento che tra l'altro abbiamo portato anche all'attenzione ovviamente del Parlamento, abbiamo chiesto il parere delle commissioni parlamentari. Ora ci saranno i soliti passaggi e le verifiche della Corte dei Conti e poi sarà operativo. Quindi le università potranno modificare i loro regolamenti per fare le partnership a partire da ora". 

Non è stato fissato un tetto massimo di crediti che ogni studente potrà raggiungere in un ateneo diverso dal proprio, sarà lasciata libertà alle università. Ma naturalmente i cicli formativi dovranno essere approvati dal Mur. "È giusto lasciare che siano anche i singoli atenei nella loro autonomia universitaria a decidere i diversi percorsi", ha spiegato ancora Bernini.

Secondo la titolare del Mur bisogna "rimanere flessibili. Il segreto dell'alta formazione adesso, oltre che della ricerca scientifica, dell'innovazione, è la flessibilità. Se non si è flessibili si rischia di insegnare o di descrivere un mondo che già quando l'hai insegnato non esiste più".

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