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Berlusconi torna a parlare: Monti non penserà alla patrimoniale, né alla legge elettorale

Silvio Berlusconi non reclama la golden share sul governo tecnico guidato da Mario Monti, ma intima al nuovo esecutivo di non occuparsi né di tassa patrimoniale, né di nuova legge elettorale. L’alleanza con la Lega è ancora salda secondo il Cavaliere, che nega l’ipotesi di un governo Alfano – Maroni.
A cura di Alessio Viscardi
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Berlusconi tuona contro Monti: nessuna patrimoniale

Silvio Berlusconi dice "non lascio il paese alla sinistra" e ribadisce il secco no alla tassa patrimoniale e ad una nuova legge elettorale, lanciando un duro monito al nuovo presidente del Consiglio, Mario Monti: “Nelle conversazioni avute con il professor Monti siamo stati chiari: non daremo mai il nostro voto ad una patrimoniale o ad una proposta di legge elettorale da parte di questo governo che non può intervenire su queste materie”. L'occasione è la presentazione del nuovo libro dell'ex-ministro della Giustizia e attuale segretario nazionale del Pdl, Angelino Alfano.

Berlusconi è chiaro: il Governo Monti dovrà eseguire soltanto i dettami della Bce, ovvero le misure già concordate con la Commissione europea e che lo stesso ex-Presidente aveva delineato nella lettera inviata a Bruxelles qualche settimana prima di rassegnare le dimissioni.

Priorità assolute del Partito della Libertà, riafferma Berlusconi, sono la riforma del fisco, della giustizia e dell'architettura istituzionale. “Libertà per le leggi di iniziativa parlamentare” chiede l'ex Premier, che poi precisa: “Abbiamo abolito l'Ici e credo che di questo tutte le famiglie italiane ci siano grate ma in accordo con gli alleati della Lega abbiamo individuato una imposta, l'Imu, e su questa base potremmo discutere”.

Nega di aver reclamato la golden share sull'esecutivo Monti, che ieri si è completato con la nomina dei sottosegretari e di un nuovo ministro, ma ricorda che “bisognerà concordare con noi prima che arrivino in Parlamento le misure per sostenere lo sviluppo”.

Sull'alleanza con la Lega Nord i toni sono riconciliatori, dopo la sfuriata di Calderoli – secondo cui il Pdl ha tradito il mandato popolare e ogni collaborazione tra i due partiti è finita. Secondo Berlusconi, invece, la Lega resta un alleato: “E' fuori dalla logica e dall'interesse di entrambe le parti politiche dire una cosa del genere, cioè che è finita l'alleanza”. Poi assicura che venerdì prossimo si incontrerà con Umbero Bossi, con cui afferma di sentirsi ogni giorno telefonicamente. Ma smentisce categoricamente che ci sia mai stata "l'ipotesi di dare vita a un esecutivo guidato da Alfano e Maroni".

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