Berlusconi su Canale5: “Mubarak mi confermò la parentela con Ruby”
Due ore di trasmissione dedicate al caso Ruby e ai vent'anni di persecuzione ai quali sarebbe stato soggetto Silvio Berlusconi. Lo speciale di Canalae5 è stato principalmente incentrato sulle due interviste esclusive, quella a Ruby e l'altra Silvio Berlusconi. L'indirizzo assolutorio dell'operazione televisiva è stato ben chiaro, lo si è intuito anche dall'impostazione delle interviste stesse, non solo per le risposte. L'intervista di Giovanni Toti a Silvio Berlusconi si è divisa in due fasi sostanziali, nel tentativo di ricostruire prima la vicenda del suo incontro con la sedicente nipote di Mubarak, poi il racconto della sera dell'arresto della ragazza e quelle che sono state le cause di quell'insieme di azioni che la magistratura gli contesta come un abuso di ufficio.
Il Cavaliere, dalla sua villa in abiti informali narra di come sia arrivato a fare la conoscenza di quella ragazza, dei racconti sui motivi del distacco con la sua famiglia che commossero molte delle ragazze presenti alla prima cena nella quale Ruby presenziò. La commiserazione indotta agli uditori è l'elemento portante della tattica di difesa di Berlusconi, che proprio su su questa impianta l'impossibilità di aver provato anche un'attrazione nei confronti di Karima:
#Berlusconi:"Su queste cene si è favoleggiato e ironizzato con intenti malevoli nei miei confronti" #Ruby #Canale5
— fanpage (@fanpage) 12 maggio 2013
#Berlusconi:"Alle cene ero io che dovevo tenere le redini della conversazione. Parlavo di tutto e cantavo". #Ruby #Canale5 — fanpage (@fanpage) 12 maggio 2013
#Berlusconi:"Durante le cene mi portavano agenzie, venivano a salutarmi i miei figli" #Ruby #Canale5 — fanpage (@fanpage) 12 maggio 2013
#Berlusconi:"Non abbiamo mai chiesto a chi partecipasse alle cene di lasciare cellulari e di non parlare di cosa accadesse" #Ruby #Canale5
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#Berlusconi:"#Ruby appariva come una ragazza di 23/24 anni. Ed era quanto lei raccontava" #Canale5
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#Berlusconi:"Quando conobbi #Ruby mi mostrò delle cicatrici sulla sua testa provocate con olio bollente lanciatole dal padre" #Canale5 — fanpage (@fanpage) 12 maggio 2013
#Berlusconi:"Una ragazza portatrice di una storia tragica non induceva alcun sentimento diverso dalla commiserazione" #Canale5 — fanpage (@fanpage) 12 maggio 2013
#Berlusconi:"Una ragazza portatrice di una storia tragica non induceva alcun sentimento diverso dalla commiserazione" #Canale5
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E' invece il timore dell'incidente diplomatico l'elemento principe della seconda parte dell'intervista. L'elemento mubarak gioca, in questo senso, un ruolo di primaria importanza, in quanto il deposto dittatore egiziano diviene la carta per giustificare la regina delle bugie che Ruby avrebbe raccontato, quella di essere di Mubarak la nipote appunto, alla quale Berlusconi avrebbe creduto. E ci avrebbe creduto proprio a causa della conferma da parte dello stesso Mubarak, che in un incontro internazionale otto giorni prima della famosa notte dell'arresto della ragazza, affermo ci fosse realmente un rapporto di parentela con l'allora minorenne. Il tutto motiva alla perfezione la premura dell'ex premier davanti alla notizia dell'arresto di quella che poteva essere parente di un leader internazionale, che avrebbe potuto scaturire l'incidente diplomatico. Quello che insomma l'accusa definirebbe un abuso, per Berlusconi non è altro che un innocente atto di premura indirizzato ad evitare una situazione spiacevole. Ecco le affermazioni più rilevanti:
#Berlusconi:"Raccontai a #Mubarak della storia di #Ruby. Mi disse che conosceva sua madre e confermò fossero parenti" #Canale5
— fanpage (@fanpage) 12 maggio 2013
#Berlusconi:"La notte dell'arresto di #Ruby mi venne in mente l'incidente diplomatico #Gheddafi–#Svizzera" #Canale5
— fanpage (@fanpage) 12 maggio 2013
#Berlusconi:"Io ho un sentimento abituale di correre in soccorso di chi ha bisogno" #Canale5#Rubyfanpage.it/ruby-su-canale…
— fanpage (@fanpage) 12 maggio 2013
Nell'abile ricostruzione giornalistica, che tutto si può dire fuorché non fosse tattica, si punta ad un obiettivo unico e unitario, che omologhi Berlusconi e Ruby nella stessa condizione di colpevolezza innocente, condizionata da un proposito fondamentalmente benevolo. La ragazza spinta da difficoltà personali che attenuerebbero le bugie raccontate, bugie che sono elementi portanti del reato per il quale Berlusconi è indagato, quell'abuso che, a suo modo di vedere, nulla sarebbe se non un responsabile tentativo di tutela nei confronti dell'Italia.