“Berlusconi si dimetterà prima del voto dell’Aula”

“Penso che Berlusconi si dimetterà da senatore prima del voto, non accetterà la prepotenza di questa persecuzione che sta subendo”. Con queste parole, pronunciate nel corso della trasmissione di Radio Ies "Citofonare Adinolfi, Maurizio Gasparri lascia presagire "scenari alternativi" nel caso in cui (come ormai sembra più che probabile) si arrivasse ad un voto in Aula sulla decadenza di Silvio Berlusconi dalla carica di senatore. Del resto l'ipotesi di Gasparri sembra essere perfettamente coerente con quanto dichiarato dallo stesso leader del Popolo della Libertà nel videomessaggio di ieri: con quel "si può fare politica anche fuori dal Parlamento" che ha lasciato intendere quasi una sorta di rassegnazione sull'epilogo dell'esame della Giunta in merito all'applicazione della legge Severino.

Chi invece ha provato in parte a tenere separati i due piani, quello della vicenda processuale – politica di Silvio Berlusconi e quello del Governo, è stato Renato Schifani. Il capogruppo del Pdl al Senato, infatti, in una intervista al Corriere della Sera ha sì ricordato che "le dimissioni dei ministri sono sempre state nelle mani del presidente Berlusconi", ma ha anche spiegato che il futuro del Governo non è necessariamente segnato: "Tutto dipende dalla capacità del governo di dare una svolta alla politica economica, con la manovra di fine anno". Certo, il centrodestra sarebbe pronto anche a nuove elezioni e infatti Schifani anticipa: "Non credo ai sondaggi, e il risultato delle ultime elezioni mi dà ragione. Penso che noi siamo in grande vantaggio, ma parte del nostro popolo non si dichiara ai sondaggisti. Ripeto: il governo è legato agli obiettivi da raggiungere, soprattutto in politica economica. La pazienza dei moderati non è illimitata".