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Berlusconi si confessa al Financial Times: “Nel 2013 non mi candiderò”

Il Cavaliere dice di sentirsi ancora un ragazzino, ma di essere troppo vecchio per un’altra legislatura a Palazzo Chigi. Il suo testimone lo raccoglierà Alfano, ma le primarie non sono da accantonare.
A cura di Alfonso Biondi
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Il Cavaliere

Silvio Berlusconi non si ricandiderà a Presidente del Consiglio nelle elezioni politiche del 2013. Ad affermarlo è proprio il Cavaliere che, intervistato dal Financial Times, assicura che è sua intenzione farsi da parte. Non completamemte, sia ben inteso. Già, perché anche se non ci metterà la faccia come al solito, il dominus del Pdl è sempre pronto ad agire dietro le quinte e a dare il suo apporto al partito da lui fondato.

DIMISSIONI A CAUSA DI UNA FEROCE CAMPAGNA MEDIATICA- Il Cavaliere ha confessato di aver rassegnato le proprie dimissioni lo scorso novembre, in quanto oggetto di una "massiccia campagna denigratoria da parte dei media nazionali e stranieri che additavano la sua persona e il suo governo come i principali responsabili dell'altissimo spread tra i Btp e i Bund, e delle grandi tensioni sui nostri titoli di Stato". “Dopo aver valutato le cause della crisi  che non coinvolgevano solo l’Italia ma l’Europa e l’euro- ha spiegato il Cavaliere- ho ritenuto che la mia permanenza al governo avrebbe danneggiato l’Italia e che, in tal modo, avremmo avuto una campagna mediatica ancora più feroce". Ecco quindi che, "con senso di responsabilità e nonostante avessi la maggioranza in entrambi i rami del Parlamento", ha deciso di dimettersi. "Mi sono fatto da parte con eleganza" ha sottolineato Berlusconi.

IL SUO FUTURO IN POLITICA- Berlusconi, l'abbiamo detto sopra, non correrà alle politiche del 2013.  Nonostante a a 75 anni si senta ancora un ragazzino (cosa che conferma all'intervistatore ostentando un lividaccio, ricordo della sua ultima partita a hockey con l'amico Vladimir Putin), ammette di essere troppo vecchio per fare un'altra volta il Presidente del Consiglio. Il Cavaliere, pur non chiudendo la porta ad eventuali primarie, parla indica nel delfino Angelino Alfano, attuale segretario del partito ed ex Ministro della giustizia,  il naturale erede del suo testimone a Palazzo Chigi.  Insomma, al buon Berlusconi, forse per la prima nella sua via, non toccherà il ruolo da protagonista, anche se il contributo che intende dare al suo partito sarà comunque importante.

LE RIFORME CHE VORREBBE IL CAVALIERE-  Berlusconi ha detto di augurarsi che il governo tecnico guidato da Mario Monti, esecutivo per la prima volta supportato dall'intero Parlamento, possa finalmente varare le riforme di cui il Paese ha tanto bisogno, a partire dalla riforma dell'architettura istituzionale dello Stato, senza la quale "non possiamo pensare di avere un moderno Paese democratico". Il Cavaliere, a tal proposito, ha anche sottolineato che l'attuale Costituzione italiana rende il Paese ingovernabile; per questo bisognerà attribuire maggiori poteri al Presidente del Consiglio, tagliare il numero di piccoli partiti che sono in Parlamento e limitare l'influenza di quella che definisce "magistratura comunista".

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