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Berlusconi scopre le carte: Lascio nel 2013, Alfano il mio successore

Il Presidente del Consiglio dichiara in un’intervista ad un quotidiano che lascerà nel 2013 e incorona Angelino Alfano come suo successore. Letta sarà il nuovo candidato al Quirinale.
A cura di Antonio Palma
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Berlusconi e Alfano

Silvio Berlusconi in questi giorni sembra voler impersonare un nuovo ruolo, una nuova sembianza si affaccia sull’uomo che ha dominato la scena politica italiana negli ultimi quindici anni, ma non sono ritocchi di chirurgia estetica bensì metamorfosi comportamentali. L’uomo che si è sempre considerato indispensabile, non solo alla sua parte politica, ma all’Italia intera fin dalla sua discesa in campo nel 1994, l’uomo che ha sempre considerato i giornali suoi nemici, sembra più disponibile, parla, si confida, accetta interviste e medita il ritiro.

Ieri dopo la conferenza stampa per la presentazione del libro dell’onorevole Scilipoti, Berlusconi ha rilasciato un’intervista proprio al quotidiano più odiato, La Repubblica, addirittura con un annuncio sconcertante, l’abbandono della scena politica nel 2013 per ritirarsi a fare il "padre nobile" del partito, quello che dispensa consigli alle nuove leve.

Ma Berlusconi si sa è un imprenditore nato, e ha già programmato tutti i suoi successori, da Angelino Alfano che lo sostituirà a Palazzo Chigi, fino al fidatissimo Gianni Letta che immancabilmente prenderà posto al Quirinale. Ecco così che il Presidente del Consiglio, preannunciando il suo ritiro, organizza già tutta la scena politica dei prossimi anni.

Berlusconi è loquace è spazia su tutti gli argomenti caldi di inizio estate, nega qualsiasi contrasto tra le fila della maggioranza ed è sicuro che il Governo arriverà a fine legislatura senza sforzi. Il Cavaliere ricorda che senza di lui nessuno è mai andato avanti e scommette sull’assoluta fedeltà della Lega e del suo leader Umberto Bossi e crede in una futura alleanza con i centristi di Casini. Quelle nelle file della maggioranza sono solo scaramucce tra giovani rampanti per la successione ai troni dei partiti, è l’idea di Berlusconi, che ricorda che l’importante è il gioco di squadra e che lui, sentendosi stanco a 77 anni, ha già proclamato un successore, il segretario del partito Alfano.

L’unico a non fare squadra, per il Presidente, è il Ministro dell’economia Tremonti che “pensa di essere un genio e crede che tutti gli altri siano dei cretini” continuando “lo sopporto perché lo conosco da tempo e va accettato così". E da futuro buon padre di partito insegna a Tremonti “che non si può parlare solo ai mercati ma che in politica il fatturato è composto dal consenso e dai voti”.

Presentando la candidatura di Letta alla Presidenza della Repubblica, Berlusconi torna a parlare di inchiesta P4, ritenendola solo “fango che finirà nel nulla" e riservando una nuova stoccata al partito dei giudici che “si sta preparando alle prossime elezioni. La loro è semplice invidia sociale".

Come annunciato Berlusconi vuole andare in pensione e la norma Salva Fininvest a favore delle sue aziende a lui non interessa, "hanno fatto tutto Tremonti e Alfano” ma comunque per essere sicuri la riproporrà in Parlamento perché comunque “è un provvedimento sacrosanto".

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