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Berlusconi, Ruby e il processo che non s’ha da fare

Il processo Ruby rischia di non svolgersi, secondo le volontà del Premier.
A cura di Nadia Vitali
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Ancor di prima di iniziare, e a dispetto dell'aspettativa crescente rispetto alla fatidica data del 6 aprile, il processo che vede imputato Silvio Berlusconi con le accuse di prostituzione minorile e concussione, è già destinato a slittare: la prima udienza di mercoledì, infatti, sarà destinata soltanto allo smistamento dei fascicoli di quattro procedure diverse ad altre date. Premier non presente in aula, così come i suoi avvocati, un sostituto processuale e il solo compito di fissare la prossima udienza, presumibilmente verso la fine di maggio o l'inizio di giugno.

I tempi ormai sono strettissimi e la situazione politica, per il Presidente non è delle migliori: l'emergenza immigrati sembra essere piombata come un cataclisma soprattutto sui rapporti tra Pdl e Lega, i primi impegnati a cercare di mantenere un minimo di decoro, credibilità ed accoglienza rispetto ad una situazione obiettivamente difficile (pochi giorni Silvio Berlusconi aveva osservato a proposito dei tunisini "sono poveri cristi") in primo luogo per le migliaia di profughi, i secondi già schierati in un muro compatto all'ipotesi di accogliere i tunisini, con il loro leader Umberto Bossi sempre pronto a ricorrere ad espressioni colorite ("immigrati fora da i ball"). Nel frattempo non dimentichiamo i problemi strettamente interni al Pdl, con un redivivo Scajola intenzionato a non tollerare la questione di La Russa e delle sue intemperanze nei confronti della terza carica dello Stato: domani a metà mattinata si deciderà se il Ministro della Difesa potrà votare oppure il diritto gli verrà sospeso come forma di sanzione.

Voto indispensabile quello di domani, collocato in un'agenda serratissima: il processo breve è l'ultimo punto all'ordine del giorno e, per evitare il possibile non voto da parte di La Russa si potrebbe chiedere di invertire i lavori. Ma questa volta meglio non rischiare di rimettere in allarme il Presidente Giorgio Napolitano, come accaduto la settimana scorsa: non si può più fallire, ad un passo dalla battaglia finale. Mercoledì un consiglio dei Ministri straordinario, convocato per l'emergenza immigrati, presumibilmente approfitterà anche per mettere la fiducia sulla legge: un ottimo motivo per il Cavaliere, tra l'altro, per non presentarsi in aula. Processo breve che consentirà al Premier di sottrarsi al processo Mills e a buona parte dei capi d'accusa dei processi Mediaset e Mediatrade.

Nel frattempo, dunque, in attesa che la Corte Costituzionale decida se il conflitto di attribuzione sia o meno ammissibile, cosa per cui ci vorranno dei mesi, la linea difensiva del Premier punta al procrastinare il più possibile il dibattito: i lunedì che sarebbero stati dati come disponibili sarebbero un paio, prima della pausa estiva; chissà, magari nell'attesa nuove leggi usciranno fuori dalla manica di Silvio Berlusconi e dei suoi luogotenenti. A fine giugno gli italiani saranno chiamati a pronunciarsi, per giunta, con il referendum sul legittimo impedimento: meglio non trasformare la giornata in una prova del gradimento degli italiani nei confronti del Cavaliere.

Dunque, resta un mistero se e quando potremo assistere al carrozzone di vallette, star e starlette che si reca nel Tribunale di Milano a narrare o a smentire le gesta del Presidente del Consiglio dell'Italia; evento atteso dai media di tutto il mondo, interessati sempre di più alle vicende miserabili del nostro paese. Ma che rischia di trasformarsi nell'ennesima attesa a vuoto, come annunciava un simpatico video girato qualche giorno fa sul web.

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