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Berlusconi rincara la dose su Pisapia: ”Con lui Milano sarà una città islamica”

Accuse anche da Borghezio (”Al Qaeda felice se a Milano perde la Lega”) e da Bossi. E’ stato lo stesso Pisapia a rispondere agli affondi giunti nelle ultime ore dal centrodestra in toto, facendo semplicemente notare “che il centro multiculturale è già stato approvato dal piano del territorio della Moratti” nel 2007.
A cura di Biagio Chiariello
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Si è

Silvio Berlusconi

aperta oggi l'ultima settimana di campagna elettorale in vista dei ballottaggi che decideranno le sorti di due importanti comuni italiani: Milano e Napoli. Una nuova campagna che, per il centrodestra, avrebbe dovuto caratterizzarsi per un cambiamento di rotta rispetto a quanto fatto vedere negli ultimi giorni del primo turno elettorale: guerra ai pm e Lassini coi suoi manifesti sulle Brigate Rosse, da una parte, e le "entrate a gamba tesa" di Letizia Moratti in diretta tv sul candidato di centrosinistra alla poltrona di primo cittadino milanese, Giuliano Pisapia. Accuse mirate e inopportune, che hanno fatto gridare lo stesso sindaco uscente al necessario "cambio di strategia". Ma la sterzata non è arrivata – sembrava evidente già dalle parole di Umberto Bossi ai cronisti dinanzi al Parlamento ("Pisapia è un matto che trasformerà Milano in una zingarpoli"). Ed oggi è stato il premier Silvio Berlusconi a rincarare la dose: "Milano non può, alla vigilia dell'Expo 2015, diventare una città islamica, una zingaropoli piena di campi rom e assediata dagli stranieri a cui la sinistra dà anche il diritto di voto", sono le parole che emergono dal videomessaggio indirizzato dal premier agli elettori del Pdl. Il monito del Cavaliere è lanciato: "Una città così non vorrà certo consegnarsi alla sinistra estrema, con il rischio di diventare disordinata, caotica ed insicura". Il leader del Pdl ha poi rievocato il fantasma di Stalingrado per Milano, come già aveva fatto in occasione del suo discorso a reti unificate di settimana scorsa.

E a fare da eco a Berlusconi è l’europarlamentare leghista Mario Borghezio in quello che più che un avvertimento, sembra essere una sorta di continuum dell' "effetto-Pisapia" ventilato da Red Ronnie e poi ripreso da Facebook et simili: "Non ci sono dubbi che i fondamentalisti islamici, in primis Al Qaeda e lo stesso Al Zawahiri, sarebbero felicissimi se a Milano la Lega dovesse perdere e Pisapia diventasse sindaco. La vittoria della sinistra spalancherebbe le porte all’islam radicale. E’ come se sul Duomo sventolasse una bandiera islamica", ha detto l'esponente del Carroccio.

Non potevano naturalmente mancare le accuse di Umberto Bossi:  "Bisogna andare in cabina elettorale e votare bene, non possiamo tagliarci le balle con Pisapia”, ha urlato in piazza il Senatùr.

E' stato lo stesso Pisapia a rispondere ai molteplici affondi giunti nelle ultime ore dal centrodestra in toto. L'aspirante sindaco di Milano ha fatto notare "che il centro multiculturale è già stato approvato dal piano del territorio del centrodestra", come del resto aveva riportato Fanpage in un post del weekend in cui veniva messa in risalto come il centro multiculturale fosse già stato approvato dal pgt della giunta comunale di Letizia Moratti nel 2007, e come lo scorso anno lo stesso centrodestra milanese ha detto "sì" a due emendamenti di Rifondazione Comunista nei quali si dà più “spazio per ospitare luoghi di culto di tutte le religioni, inclusa la moschea, e aree di sosta per nomadi”.

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