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Berlusconi: riforma fiscale entro la fine della legislatura

In un audiomessaggio ai promotori della libertà, il Presidente del Consiglio ha promesso che nei prossimi 18 mesi verrà varata la riforma fiscale. In cantiere anche la riforma della giustizia e dell’architettura costituzionale.
A cura di Alfonso Biondi
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Presidente del Consiglio

La riforma fiscale che ha in mente il governo dovrebbe realizzarsi entro 18 mesi, "cioè entro il termine naturale di questa legislatura". A dichiararlo è Silvio Berlusconi che oggi ha inviato un audiomessaggio ai promotori della libertà. Il Presidente del Consiglio ha sottolineato che la manovra che verrà approvata questa settimana e la successiva riforma tributaria non provocheranno buchi al bilancio "grazie alle ricognizioni che abbiamo compiuto con molto scrupolo nei mesi scorsi sui vari capitoli di spesa".

E sulla riforma ha le idee chiare: "Il Governo– ha affermato- chiederà al Parlamento la delega per la riforma fiscale prima della pausa estiva, in modo da rendere operativa questa riforma, che è voluta da tutti gli italiani, perché bisogna spazzare via quel ginepraio di leggi fiscali che si sono succedute in quarant'anni dal 1970 ad oggi e che sono diventate veramente incomprensibili e controproducenti".  Oltre alla riforma del fisco, Berlusconi ha poi promesso anche la riforma della giustizia e quella dell'architettura costituzionale dello Stato, inviando anche un appello alle opposizioni affinché collaborino per il bene del Paese.

Nell'audiomessaggio il Presidente si è anche detto molto soddisfatto per gli avvenimenti di questa settimana che, a suo dire, avrebbero confermato il prestigio internazionale del Paese. Il riferimento è alle nomine di Mario Draghi alla presidenza della Banca Centrale Europea e di Lamberto Zanier al segretariato generale dell'Osce.

Audiomessaggio di Berluconi ai promotori della Libertà

Nuovo audiomessaggio di Berlusconi che parla della riforma fiscale e della stabilità dell'attuale esecutivo

Per quanto riguarda il fronte interno, Berlusconi ha voluto sottolineare la grande compattezza della maggioranza di governo che, in settimana, si è dovuta cimentare col voto di fiducia sul decreto sviluppo e con la verifica parlamentare chiesta da Giorgio Napolitano. Due prove che per il Cavaliere non hanno fatto che confermare la compattezza dell'attuale esecutivo che dal 14 dicembre è cresciuto costantemente nei numeri e nella coesione:

Ricordo che il 14 dicembre, quando le opposizioni vecchie e nuove tentarono di rovesciare il governo legittimo con un colpo di Palazzo, i voti di fiducia che ci evitarono il ribaltone furono 314 contro i 311 delle opposizioni. Quindi da allora il nostro governo ha superato vittoriosamente ben 44 voti di fiducia ed ha guadagnato ad ogni votazione sempre più consensi. I voti di scarto questa volta sono risultati 24 e sono saliti dai 3 della votazione del 14 dicembre a 24 in quella di martedì scorso sul Decreto sviluppo. Direi che è l'ennesima conferma di quanto dico da tempo e cioè che la maggioranza, dopo che non comprende più Fini e i suoi, è una maggioranza politicamente meno numerosa nei numeri, ma è molto più forte e coesa, ed è finalmente in grado di approvare quelle riforme che per troppo tempo gli oppositori interni ci avevano impedito addirittura di presentare al Parlamento.

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