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Berlusconi ricoverato per Coronavirus, il bollettino di oggi: “Quadro clinico confortante”

Come sta Silvio Berlusconi? Secondo l’ultimo bollettino sulle sue condizioni, reso noto dal professor Alberto Zangrillo dell’ospedale San Raffaele di Milano, dove l’ex premier è ricoverato per una polmonite bilaterale dopo essere risultato positivo al Coronavirus, “la permanenza in ospedale del presidente Berlusconi prosegue ed è caratterizzata da un quadro clinico generale confortante”.
A cura di Ida Artiaco
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"Oggi, venerdì 11 settembre 2020, la permanenza in ospedale del presidente Berlusconi prosegue ed è caratterizzata da un quadro clinico generale confortante". E' quanto si legge nell'ultimo bollettino sulle condizioni del Cavaliere reso noto dal professor Alberto Zangrillo, responsabile dell’U.O. di Terapia Intensiva generale e Cardiovascolare dell’IRCCS Ospedale San Raffaele, dove l'ex premier è ricoverato dallo scorso 2 settembre per una polmonite bilaterale dopo essere risultato positivo al nuovo Coronavirus. Continua quindi a gonfie vele il ricovero del leader di Forza Italia, il quale, tuttavia, ha rischiato grosso dopo il contagio da Sars-CoV-2. A rivelarlo è stato proprio il suo medico personale nel corso di un intervento alla trasmissione tv Piazza Pulita su La7 in onda ieri sera.

"Se Silvio Berlusconi avesse preso il virus nei mesi di marzo-aprile sarebbe morto", ha detto senza giri di parole il primario di Terapia intensiva del San Raffaele, aggiungendo che "la carica virale del suo tampone nasofaringeo era talmente elevata che a marzo-aprile, sicuramente non avrebbe avuto l'esito che fortunatamente ha ora. Lo avrebbe ucciso? Assolutamente sì, molto probabilmente sì, e lui lo sa. E non è una boutade per esagerare visto il personaggio di cui si parla, ma è un cercare di rimanere aderenti alla realtà. Diciamo che Briatore e Berlusconi sono in situazioni più che soddisfacenti, stanno bene, per loro credo che l'epilogo di questa malattia sia vicino", ha concluso. È stato decisivo per la sorte di Silvio Berlusconi il ricovero al San Raffaele, fatto nel momento in cui è stato necessario e non rinviabile, "dieci ore dopo poteva essere troppo tardi perché, si sa bene, lui è un paziente a rischio", sia per età che per patologie pregresse, come aveva già spiegato il medico il giorno dopo l'arrivo del Cavaliere nel reparto solventi del nosocomio milanese.

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