Berlusconi ricoverato per Coronavirus al San Raffaele, il bollettino: “Non è intubato”
Le condizioni di Silvio Berlusconi sono confortanti. Non è intubato ed è ricoverato in regime normale. È quanto ha reso noto dal suo medico personale, Alberto Zangrillo, in diretta dall'ospedale San Raffaele di Milano, dove il Cavaliere è ricoverato da giovedì sera, intorno alla mezzanotte, per una polmonite bilaterale "allo stato precoce" causata dal Coronavirus nel reparto solventi. Il leader di Forza Italia era stato sottoposto a tampone nei giorni scorsi, che aveva dato esito positivo, così come i suoi figli, Luigi e Barbara, e la sua compagna, Marta Fascina.
"La storia inizia il 2 settembre, 48 ore fa, – riassume Zangrillo – quando il presidente è sottoposto a tampone per ricerca di Rna di Sars-Cov-2. Era un tipo di rilievo programmato, perché aveva soggiornato in luoghi risultati endemici. Abbiamo rilevato positività in un soggetto che ho definito asintomatico. Nel volgere di qualche ora, nella giornata di ieri, ho ritenuto di fare una visita come ogni medico fa ai suoi pazienti e nell'ambito di questa visita ho rilevato un blando coinvolgimento polmonare, quindi una infezione alla fase iniziale, per cui ho ritenuto opportuno un approfondimento diagnostico. Qualcosa si era modificato ed un medico esperto si accorge quando sia molto più prudente e indicato procedere ad una ulteriore indagine diagnostica. Era mezzanotte circa. Ho dovuto insistere per farlo venire qui, ma una volta informato ne ha convenuto ed è contento della decisione presa. È seguito poi il ricovero del paziente che è a rischio per l'età, ha 84 anni, e le patologie pregresse a tutti note. Al momento è in regime di ricovero normale ed in isolamento secondo quanto previsto dal protocollo regionale anti-Covid. Il suo umore non è dei migliori, come anche il mio. Passerà qui anche questa notte". Secondo Zangrillo, il passaggio da soggetto asintomatico a sintomatico è avvenuto in meno di 48 ore: "Ne vediamo molti in tutta Italia, sono quelle persone che si cerca di non far arrivare nelle terapie intensiva, ma la casistica è a nostro favore".