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Berlusconi: “Resto in campo per il Paese. Patto col PD per fermare Grillo? Non esiste “

Il Cavaliere non molla: “Il mio senso di responsabilità verso il Paese che amo mi impone di restare in campo per non consentire a forze improvvisate e incapaci, pauperiste e giustizialiste, di vincere le elezioni e di conquistare il potere”.
A cura di Redazione
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“Io sono in campo e ci rimango”, è il messaggio che Silvio Berlusconi affida a una lunga intervista che sarà pubblicata integralmente sul numero di domani di Panorama. Un colloquio per riaffermare la propria presenza nell’agone politico dettata dal “senso di responsabilità verso il Paese, che mi impone di restare in campo per non consentire a forze improvvisate e incapaci, pauperiste e giustizialiste, di vincere le elezioni e di conquistare il potere”.

Il punto è che, tecnicamente, Berlusconi attende ancora la decisione della Corte di Strasburgo sugli effetti della legge Severino, che hanno portato alla sua decadenza dalla carica di senatore nel 2013, dopo la sua condanna in via definitiva: “Rivendico, con tutte le mie forze, che mi venga restituita un’onorabilità infangata da una sentenza assurda. Sono stato e sono una persona perbene, un contribuente onesto, e ho il diritto di esigere che la mia onestà venga riconosciuta, se non dall’Italia, dall’Europa, dove siedono giudici che non prendono ordini da nessuno. Giungere alle elezioni senza che Strasburgo abbia fatto chiarezza sarebbe oggettivamente grave. Non solo per me, ma per la democrazia italiana”.

Quanto agli equilibri politici attuali, invece, Berlusconi, pur rivelando la sua stima personale per Gentiloni, attacca: “Mi piace molto meno l’ambiguità, secondo la quale il governo Gentiloni è il governo del Pd quando fa comodo, e quando non conviene diventa un corpo estraneo, da richiamare all’ordine o addirittura da contestare, come è accaduto sulle norme per la legittima difesa. Sembra di tornare ai tempi del vecchio Pci «partito di lotta e di governo», capolavoro della doppiezza coltivata fin dai tempi di Togliatti, ma non certo un buon esempio di correttezza politica e istituzionale”.

Poi smonta le ipotesi circolate in questi giorni su eventuali patti con i democratici: “Non esiste un accordo con il Pd  in funzione difensiva contro il partito di Grillo. Noi puntiamo a vincere con le nostre idee e i nostri progetti. Se i partiti si illudessero di chiudere la strada a Grillo con accordi di potere, avrebbero sbagliato totalmente strada. Paradossalmente sarebbe il miglior regalo a Grillo, la dimostrazione che le sue fantasiose e talora farneticanti teorie hanno un minimo di fondamento”.

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