Berlusconi: “Offriamo la nostra collaborazione, ma Forza Italia non entrerà nel governo”
"In tutta sincerità non sono così convinto che questo governo cada, ma se cadrà la cosa più probabile mi sembra un altro esecutivo nell'ambito della stessa maggioranza. Ovviamente non ne sono contento, la sinistra è portatrice di valori e programmi incompatibili con i nostri. Questa volta sono io a dire ‘fate presto', come nel 2021 gridava qualche titolo di giornale, ansioso di sostituire il nostro governo, l'ultimo fino a oggi scelto dagli italiani alle urne". Lo dice il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi in un'intervista a ‘Il Giornale', a proposito della crisi di governo, non ancora scongiurata, e della spaccatura all'interno della maggioranza sul Recovery fund.
"Trovo francamente avvilente che, mentre la pandemia miete vittime ogni giorno, l'economia è in ginocchio, il Paese bloccato, c'è una campagna vaccinale di proporzioni mai viste da organizzare, bisogna predisporre un piano credibile per l'utilizzo del Recovery Fund, la politica italiana sia concentrata su manovre parlamentari, tattiche di palazzo, discussioni interne ai partiti della maggioranza. Vergognosi giochi di palazzo", attacca.
"Noi abbiamo offerto la nostra collaborazione senza condizioni e senza voler essere in alcun modo coinvolti nell'attività di governo". Per l'ex presidente del Consiglio "la via d'uscita più lineare sarebbe naturalmente quella di ridare la parola agli italiani. Temo che l'emergenza Covid la renda problematica. Per andare al voto sarebbe necessario trovare un accordo fra i partiti. Temere le urne? sul risultato di Forza Italia sono tranquillo. Nei collegi il centrodestra è vincente quasi ovunque e Forza Italia è in crescita continua. Il nostro obbiettivo è tornare ad essere il partito-guida del centrodestra. Meloni e Salvini – prosegue – sono due politici di razza", ma "noi siamo il futuro, non solo un glorioso passato come qualcuno prova ad insinuare".
Quanto alle vicende Usa e all'assalto a Capitol Hill del 6 gennaio, "posso solo ribadire che la destra di Trump non potrà mai essere la nostra destra, pur riconoscendo i successi di Trump in politica economica ed anche in alcuni settori della politica estera, come il Medio Oriente", conclude.